domenica 21 novembre 2010

La sinistra è...



La Sinistra è l’idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti. Abbiamo la più bella Costituzione del mondo, la si difende ogni giorno e il 25 aprile si fa festa. Nessuno può star bene da solo, stai bene se anche gli altri stanno un po’ bene. Se pochi hanno troppo e troppi hanno poco, l’economia non gira, perché l’ingiustizia fa male all’economia. Ci vuole un mercato che funzioni, senza monopoli, corporazioni, posizioni di dominio, ma ci sono beni che non si possono affidare al mercato: la salute, l’istruzione, la sicurezza. Il lavoro non è tutto, ma questo può dirlo solo chi il lavoro ce l’ha. Il lavoro è la dignità di una persona, sempre, e soprattutto quando hai trent’anni hai paura di passare la vita in panchina, ma chiamare flessibilità una vita precaria è un insulto. E allora, un’ora di lavoro precario non può costare meno di un’ora di lavoro stabile. Chi non paga le tasse mette la mani nelle tasche di chi è più povero di lui. Se cento euro di un operaio, di un pensionato, di un artigiano pagano di più dei cento euro di uno speculatore, vuol dire che il mondo è capovolto. Davanti a un problema serio di salute, non ci può essere né povero né ricco, né calabrese, né lombardo né marocchino. Si fa con quel che si ha, ma si fa per tutti. L’insegnante che insegue un ragazzo per tenerlo a scuola è l’eroe dei nostri tempi. Indebolire la scuola pubblica vuol dire rubare il futuro ai più deboli. La condizione della donna è la misura della civiltà di un Paese, calpestarne la dignità è l’umiliazione di un Paese. Dobbiamo lasciare il Pianeta meglio di come l’abbiamo trovato, perché non abbiamo il diritto di distruggere quello che non è nostro. E l’energia va risparmiata e rinnovata, sgombrando la testa da fanta-piani nucleari. Il bambino, figlio di immigrati, che è nato oggi, non è né immigrato né italiano, dobbiamo dirgli chi è. Lui è un italiano. Se devo morire attaccato per mesi a mille tubi, non può deciderlo il Parlamento, perché un uomo resta un uomo, con la sua dignità, anche nel momento della sofferenza e del distacco. C’è un modo per difendere la fede di ciascuno, per garantire le convinzioni di ciascuno, per riconoscere la condizione di ciascuno: questo modo, irrinunciabile, si chiama laicità. Per guidare l’automobile, che è un fatto pubblico, ci vuole la patente, che è un fatto privato. Per governare, che è un fatto pubblico, bisogna essere persone perbene, che è un fatto privato. Chi si ritiene di sinistra, chi si ritiene progressista, deve tenere vivo il sogno di un mondo in pace, senza odio e violenza, e deve combattere contro la pena di morte, la tortura, ogni altra sopraffazione fisica o morale, e ogni illegalità. Essere progressisti significa combattere l’aggressività che ci abita dentro, quella del più forte sul più debole, dell’uomo sulla donna, di chi ha potere su chi non ne ha e prendere la parte di chi ha meno forza e meno voce. Qui finisce il mio tempo ma non certo il mio elenco. Grazie.

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