sabato 23 marzo 2013

Leonardo da Vinci, "omo sanza lettere"

Per la varietà poliedrica dei suoi interessi e delle sue attività (fu pittore, scultore, ingegnere, idraulico, anatomista, studioso di geologia, di matematica, nonché scrittore), Leonardo fu il maggiore rappresentante di un umanesimo scientifico che nel suo tempo non trovò successori, ma costituì un filone notevole del secolo e sfociò più tardi nel movimento scientifico del Seicento cioè in Galileo Galilei e nella sua scuola. Leonardo si trovò ad operare in un momento particolare dell'Umanesimo, quando, esaurito l'entusiasmo febbrile del primo periodo in cui tutti gli artisti erano immersi in un clima di rivoluzione culturale nata dalla lezione degli antichi, cominciava la lenta caduta verso le tendenze idealiste (il neoplatonismo) e verso spinte evasive più o meno evidenti. Il suo atteggiamento e la sua mentalità, fondati su una lucida logica intellettuale e sull'appassionata ricerca del dato empirico, si manifestava in quel forte senso di ribellione contro i letterati, i filologi e i filosofi la cui attività principiava e finiva nella mente, senza mai entrare in contatto diretto con la realtà attraverso l'esperimento. Dichiarava lui stesso di essere "omo sanza lettere" e con ciò non intendeva di essere incolto, bensì solamente contrapposto ai letterati la cui cultura era tutta mnemonica e si fondava su astratte deduzioni filosofiche ricavate dall'autorità di presunti maestri. Leonardo invitava a leggere non i libri degli altri, ma il grande Libro della natura la cui perfetta e impenetrabile armonia testimonia una potenza divina davanti alla quale soltanto si arresta l'immensa curiosità dello scienziato. Leonardo non ha lasciato libri, ma un'imponente mole di appunti: notazioni di ricerche scientifiche, abbozzi, esposizioni dei suoi ideali artistici soprattutto riguardo alla pittura, e poi ancora apologhi, facezie, favole, sentenze. In tutti questi scritti confusi e frammentari, Leonardo non manifesta un'intenzione artistica, ma la precisione del tecnico e dello scienziato, la freschezza spontanea e pittoresca di chi parla di cosa che gli sta a cuore (Sapegno) e che egli conosce bene e lo stesso stile non è ricercato né elaborato, ma intensamente personale ricco a volte di commozione poetica. Uno dei momenti culminanti della meditazione di Leonardo è l'esaltazione della pittura. Egli vagheggia un tipo ideale di pittore-filosofo, che non imiti semplicemente la natura ritraendone le forme corporee, ma ne sappia cogliere l'intimo procedimento creativo, cioè la dinamicità delle forze che producono il moto dell'universo. Il pittore deve esprimere gli oggetti cogliendoli nella loro intima relazione con la vita tutta del cosmo.

mercoledì 13 marzo 2013

La Democrazia è antica


Discorso agli Ateniesi (Pericle 461 a.c.)

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo
viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di
altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una
ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non
siamo sospettosi l’uno dell’altro
 e non infastidiamo mai il nostro
prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle
proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici
affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo
proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che
risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è
buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo,
ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una
politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà
sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni
ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,
la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero
.
Qui ad Atene noi facciamo così

domenica 10 marzo 2013

sabato 2 marzo 2013

Niente di nuovo...

Il clientelismo piccolo-borghese ha vinto ancora, nonostante Grillo?...
 E' del tutto evidente che in Irpinia, ma anche nell'intero Sud, non sono ancora maturi i tempi per una svolta radicale. I risultati delle elezioni lo dimostrano. Nella nostra Irpinia, nei nostri piccoli paesi la vita pubblica è assolutamente impraticabile per chi non sia una canaglia. Va da sé che le lotte fra i partiti non hanno nessun contenuto né sociale né politico. Si tratta di clientele concorrenti in cui si scinde l'intera classe dominante. Queste parole le pronunciava Gaetano Salvemini nei primi decenni del XX secolo: cosa è veramente mutato da allora?...