lunedì 7 novembre 2016

Dal Vangelo secondo Matteo (25,31-46)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:"Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. "Davanti a Lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separeà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, "e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. "Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra:"Ventite, benedetti dal padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, "perchè ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, "nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e  siete venuti a trovarmi".
 "Allora i giusti gli risponderanno:"Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere?... E il re risponderà loro:"In verità vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me"

domenica 9 ottobre 2016

Il sommo della Scienza

 Francesco De Sanctis era solito dire: " Il sommo della Scienza può essere spesso il punto più basso della vita di un popolo. La scienza corrisponde alla maturità nella vita dei popoli, e dopo la maturità viene la decadenza e la morte. La scienza cresce a spese della vita."

domenica 4 settembre 2016

Il lusso (secondo Bruno Munari)

Il lusso è la manifestazione della ricchezza incivile che vuole impressionare chi è rimasto povero. E' la manifestazione dell'importanza che viene data all'esteriorità e rivela la mancanza d'interesse per tutto ciò che è elevazione culturale. e' il trionfo dell'apparenza sulla sostanza.

 Il lusso è una necessità per tanta gente che vuole avere una sensazione di dominio sugli altri. Ma gli altri se sono persone civili sanno che il lusso è finzione, se sono ignoranti ammireranno e magari invidieranno chi vive nel lusso. Ma a chi interessa l'ammirazione degli ignoranti? Forse agli stupidi. Infatti il lusso è una manifestazione di stupidità. Naturalmente il lusso è legato all'arroganza e al dominio sugli altri. E' legato a un falso senso di autorità, per cui chi ostenta ricchezze s'illude di dominare sugli altri. La vera ricchezza è invece non l'avere, ma l'essere, come c'insegna Erich Fromm.

lunedì 25 luglio 2016

LA SCUOLA SMARRITA

La  Buona Scuola  di Renzi non è una buona scuola , se umilia e schernisce i suoi insegnanti.
La  Buona Scuola  di Renzi non è una buona scuola, se i suoi alunni non studiano, sono distratti, scurrili e violenti, nonostante tutto.
La  Buona Scuola  di Renzi non è una buona scuola, se non valuta, e nemmeno sa farlo, la dignità dell'insegnante che  è solo nell'aula a fronteggiare  molti nemici e ogni volta, più volte nella stessa giornata, deve guadagnarsi il silenzio che onori la sua parola,  mentre nessuno lo applaude.
Non è una buona scuola se non comprende che la funzione insostituibile per il suo mantenimento è l'insegnante, e non qualsivoglia  sua tecnica o metodo.
Non è una buona scuola, se non comprende che  lo stile educativo del docente è fatto di cultura, sensibilità e intelligenza e il tutto non può essere oggetto di valutazione sommaria.
 La scuola è smarrita, amareggiata, depressa, frustrata, piegata all'arroganza di un potere falsamente democratico che pretende di annientare per sempre l'idea stessa di educazione.
 In nome di una pedagogia neoliberale, che riduce la scuola a un'azienda atta a produrre competenze adeguate al proprio sistema economico, si apre una pista che porta alla disumanizzazione e al vuoto esistenziale.

mercoledì 1 giugno 2016

Le vie del merito sono infinite

Parlare di merito e di meritocrazia nella scuola, per me, è pura utopia, e per di più argomento pericolosissimo. Mi rivolgo al Ministro o a chi per Lei abbia avuto questa balzana idea  di introdurre il "merito" nella scuola italiana:  On.le Ministro, ma lei si rende conto che la scuola non è  altro che  lo specchio della società italiana, malata di corruzione in ogni suo ambito? Lei sa che in questi ultimi anni (più di un decennio) c'è stata nelle scuole una corsa forsennata ad accaparrarsi titoli e crediti per il proprio curriculum, per lo più falsi, comprati con denaro contante da chi  già sapeva che sarebbero stati spendibili, prima o poi?  Lei  è riuscita ad immaginare che la questione del merito avrebbe richiesto una valutazione con dei criteri che necessariamente dovranno tener conto di titoli per attribuire un punteggio? Altrimenti , come fa il povero Dirigente a stabilire chi è più competente? perchè è di questo che si dovrà discutere, di competenze! Ora, tra competenze dichiarate con tanto di marca da bollo e competenze vere messe in campo da operatori silenziosi, chi stabilisce la differenza? Riconoscere i docenti meritevoli vorrebbe dire far emergere quei lavoratori  che operano nelle aule a diretto ed esclusivo rapporto con gli alunni, che non passano tutto il loro tempo fuori dell'aula con la scusa di collaborare con il Dirigente, che possiedono la disciplina, che hanno una cultura ampia e approfondita,  che sanno dialogare con le famiglie, con il preside, che hanno competenze didattiche, metodologiche, pedagogiche, psicologiche... insomma competenze  talmente complesse che non entrano in nessuna griglia di valutazione. Altro che criteri oggettivi! Alla fine penso che nelle scuole si verrà a creare un'ulteriore penalizzazione del merito, come d'altra parte succede in Italia in tutti gli ambiti della vita sociale!


sabato 28 maggio 2016

L'Oscar all'Italia

Il film di Sorrentino "La grande bellezza" ha vinto l'Oscar per aver rappresentato una società malata, priva di valori, affogata nel nulla, in contrasto con la vetusta bellezza della città di Roma.
Mi viene da pensare che questo premio ci debba avvilire anziché no. Intanto la città di Roma è presentata nel film come una grande bellezza mentre nella realtà è una città da schifo per come è diventata: ovunque sporcizia, degrado, caos infernale...

lunedì 16 maggio 2016

Il pensiero politico di F. De Sanctis ( Parte II )

Alcuni critici non esitano a definire certi atteggiamenti del Nostro addirittura reazionari, come confermerebbe un suo incontro con il presidente della società operaia di Sant'Angelo dei Lombardi, da lui stesso raccontato nel Viaggio elettorale. In una delle tappe del suo viaggio elettorale in Alta Irpinia, De Sanctis, rivolgendosi al giovane operaio così afferma: "[...] la via a grandezza è ubbidienza, disciplina e lavoro, soffrire per godere, questo è il destino. Oggi il sacrificio, domani la gloria" Pare che questa lezione di etica borghese fosse accolta dall'umile interlocutore con un gesto d'impazienza e una scrollata di spalle. A questo punto De Sanctis commenta: "... mi parve che il bravo operaio non andasse più in là del suo particolare, come diceva Guicciardini; così s'incontravano l'uomo della decadenza e l'uomo dell'infanzia, dove finisce e dove comincia la storia".
Questo episodio comunque non testimonia in nessun modo che De Sanctis fosse un antidemocratico, era piuttosto un realista preoccupato che una democrazia troppo affrettata sarebbe stata di sicuro una falsa democrazia. La sua idea di politica poggiava sul concetto di bipartitismo secondo cui il governo doveva avere normalmente un partito innovatore ed uno conservatore. Riteneva che una maggioranza troppo grande non avrebbe mai potuto sviluppare un programma coerente e sarebbe stata certamente una fonte di corruzione: "un Parlamento dove non si sappia costtuire una maggioranza ed una minoranza è un Parlamento impossibile, ed è condannato da se stesso". Gli pesava la necessità di restaurare un più sano bilancio di forze nel Parlamento, perché una maggioranza incontrastata generava corruzione  ed instabilità politica. Ammirava Cavour , ma si distaccava da lui sulla dottrina del "laissez- faire" in quanto sosteneva che lo Stato doveva imporsi l'obbligo di intervenire  attivamente nella vita sociale coordinando e regolando le forze sociali allo scopo di accelerare il movimento della società verso la democrazia. De Sanctis fu forse il primo a riconoscere l'importanza dell'intervento statale ritenendo che fosse il più grande progresso fatto dall'Italia fino ad allora.

martedì 3 maggio 2016

Il pensiero politico di F. De Sanctis ( Parte I )

Gli inizi della attività politiica  di F. De Sanctis non furono fortunati in quanto sin da giovanissimo si era formata intorno a lui la fama di "letterato" o di "grammatico", non nato per la politica, fama che doveva accompagnarlo poi fino alla morte. Egli non fu né di Destra né di Sinistra, lui stesso si definiva  "non propriamente un uomo di partito" ed infatti si trovò agevolmente sia accanto a Cavour e Ricasoli, che erano di destra, sia seguace di Mazzini e di Garibaldi. E' noto d'altra parte che il suo temperamento non era certo incline alle idee estreme, fu sempre un moderato o come lui stesso si diceva "sinistra-moderato o centro-sinistra sia in politica che in arte".  A voler dare ragione ad Asor Rosa dovremmo invece riconoscere  che la notevolissima intelligenza politica di De Sanctis si manifestasse soprattutto nell'aver presentato come orientata a sinistra una cultura sostanzialmente di destra; cioè che egli praticasse con animo giacobino una cultura di spiriti e di idealità fondamentalmente conservativi. La sua visione politica  fu comunque sempre ispirata agli ideali di patria, di libertà, di democrazia. A questi valori educò la gioventù del tempo in qualità di insegnante fin dalla sua prima esperienza d'insegnamento, nella famosa  Prima Scuola napoletana al Vico Bisi,  a Napoli appunto, dove per più di un decennio  insegnò a molti giovani  alcuni dei quali sarebbero poi diventati tra i principali nomi della cultura italiana: i meridionalisti Giustino Fortunato e Pasquale Villari, il filosofo Angelo Camillo De Meis, il giurista Diomede Marvasi, il pittore Giacomo Di Chirico, il letterato Francesco Torraca e il poeta Luigi La Vista, suo allievo prediletto, che avrebbe trovato la morte durante l'insurrezione del 1848.                                                

sabato 30 aprile 2016

INSEGNERO' FRANCESCO DE SANCTIS AI MIEI ALUNNI

Comincio oggi  una rassegna  organica e commentata di libri e articoli relativi  a particolari  aspetti della vita e delle opere  di Francesco De Sanctis, anticipando di gran lunga le innumerevoli  celebrazioni che ci saranno nel 2017, l'anno del bicentenario della nascita del grande critico irpino.
 Il motivo di tale anticipazione  è semplice, e lo riferisco citando il grande Alessandro Manzoni:
"Vergin di servo encomio..."
Mi disturba molto la pletora di sedicenti esperti e studiosi desanctisiani che nell'occasione si alterneranno sui vari pulpiti, sponsorizzati da esponenti politici di destra o di sinistra,  a tessere le lodi del grande critico, senza averne probabilmente assimilato lo spirito e l'insegnamento morale. Mi  fa specie che tutti questi "dottoroni" non si siano mai preoccupati di offrire agli alunni delle scuole il pensiero di De Sanctis. Io stessa,  pur avendo frequentato un liceo classico intitolato a F. De Sanctis, non lo conoscevo e appunto per questo l'ho scelto come argomento della mia tesi di laurea, in  anni in cui persino alla Federico II era argomento inedito  nella facoltà di Lettere e Filosofia. Nel tempo mi sono interessata sempre di più alla figura di questo illustre sconosciuto ai giovani, lui che per i giovani non solo del suo tempo ma di intere generazioni ha speso straordinarie parole, in tantissime circostanze. Mi  propongo, pertanto, un compito che esuli dalla celebrazione strumentalizzata ai fini politici per proporre ai giovani,  ma anche a chi non lo conoscesse, il modello di  un uomo di grandissima cultura e di elevato spessore morale che ancora oggi , a distanza di 200 anni dalla nascita,  può dare insegnamenti validissimi nella cultura, nella vita politica, nell'educazione del popolo.
R.C.

lunedì 25 aprile 2016

ORA E SEMPRE RESISTENZA


Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

martedì 22 marzo 2016

Auguri a tutti

... Che la Pasqua porti pace e serenità nel mondo!!

mercoledì 17 febbraio 2016

La famiglia contesa: braccio di ferro fra Stato e Chiesa

Sulla questione, dibattuta in questi giorni in Parlamento, si allunga l'ombra della Santa Chiesa Apostolica Romana la quale assurdamente pretende un ritorno della religione nella sfera pubblica, mentre nella sfera privata il popolo continua quotidianamente a disobbedire ai suoi precetti. Ma io dico, può la chiesa stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato sul tema della famiglia quando proprio i preti non sanno cos'è e come deve essere la famiglia? Diciamola tutta: chi conosce solo il celibato e sceglie di non avere figli, che diritto ha di prendere posizione su questo tema così delicato e complesso, al giorno d'oggi?  Secondo me nessuno e tantomeno la Chiesa può sentenziare su che cos'è una famiglia; io dal canto mio ritengo che famiglia è dove c'è amore e condivisione piena, indipendentemente dalla sua composizione e cioè se è composta da due uomini o da due donne o da una sola donna o un solo uomo, e così via. La questione dei figli è un capitolo a parte che può prevedere un'adozione  o anche una maternità surrogata. Su quest'ultima possibilità avrei più di un dubbio, perchè non si tratta solo di libera scelta  in quanto il tema è eticamente sensibile. Penso che su questo punto la legge dovrebbe essere chiara nel dettare regole severe per impedire che l'utero in affito diventi un'occasione di lucro. Non la faccio facile, dico solo che la società va avanti nei suoi mutamenti e che dobbiamo accettare l'dea che la famiglia non è più da qualche tempo di tipo tradizionale. La realtà smentisce platealmente l'immagine oleografica della famiglia:  verginità prematrimoniale, convivenze, preservativi e anticocezionali vari, separazioni, ricorso all'aborto, famiglie allargate danno sempre di più l'immagine di una famiglia che non risponde certamente ai precetti della nostra religione. Per non parlare poi della violenza che si consuma entro le pareti domestiche, nel seno della famiglia patriarcale. Non vediamo forse tutti i giorni delitti, passioni incestuose, conflitti feroci all'interno delle famiglie? Oggi sempre più spesso la famiglia è il luogo della tragedia dove spesso i più efferati delitti si consumano anche senza spargimento di sangue, ma silenziosi e nascosti e non per questo meno crudeli.

giovedì 4 febbraio 2016

Donne sotto attacco

Tre Donne uccise in 24 ore.
Tanti dibattiti tante discussioni (ormai rituali nelle tragiche circostanze) sul tema del femminicidio  si rivelano pressocché inutili. 
 La questione è invece complessa e riguarda sostanzialmente il DNA culturale dell'uomo. A monte c'è il tema della disparità tra i sessi checché se ne dica sulla raggiunta emancipazione femminile, disparità che se superata nello spirito delle leggi permane tuttavia come sostrato culturale nella mente di tutti gli uomini, di tutte le classi sociali ed anche delle nuove generazioni. 
Con il processo di emancipazione femminile, intrapreso dalle donne settant'anni or sono, mediante cui esse hanno conquistato gradualmente autonomia e libertà personale, non si è avuto parallelamente un analogo processo di emancipazione maschile dai vecchi pregiudizi e stereotipi sulla donna; soprattutto, gli uomini non riescono a liberarsi dall'idea del possesso esclusivo della donna, considerata alla stregua di un bene patrimoniale. L'uomo è rimasto, da questo punto di vista, quello dell'età della  pietra. Egli non ha sentito il bisogno di emanciparsi a sua volta dalle idee retrive ed ataviche sulla donna, perciò, paradossalmente i due sessi hanno un percorso di civilizzazione e di crescita profondamente differenziato. Allora, in una società complessa come la nostra, come possiamo pretendere di accogliere e di accettare l'altro, diverso da noi, quale per esempio un migrante africano o la persona disabile, se non abbiamo ancora eliminato del tutto la guerra feroce tra uomini e donne?

domenica 31 gennaio 2016

riflessioni banali?

Se la vita ti sembra solo un accumulo di anni che si snodano in un percorso lineare e piatto, non devi fare altro che dare vita ai tuoi anni... Semplice, vero? Macché!!!
 Se dentro hai le tenebre e non la luce, se vivi con una persona che fa ombra, che è tenebra, tutto è negativo!

lunedì 18 gennaio 2016

La poesia dell'inverno che amo di più






Vedi come si elevi candido di neve abbondante                     
il Soratte, e (come) non reggano più il peso (della neve)
i boschi affaticati, e (come) per il gelo
acuto si siano fermati i fiumi.

Sciogli il freddo aggiungendo legna sul fuoco
in abbondanza, e con più generosità (del solito)
versa dall'anfora sabina,
o Taliarco, il vino di quattro anni.

Lascia il resto agli dèi: appena essi1
hanno fermato i venti che sul mare in tempesta
s'azzuffano, né i cipressi
né gli orni vetusti si agitano (più).

Che cosa accadrà domani, non chieder(telo),
ed ogni giorno che [qualunque2 dei giorni] la sorte (ti) darà,
ascrivilo a guadagno, e i dolci amori
e le danze non disprezzarle, tu, ragazzo,

finché (da te) che sei nel fiore (degli anni) è lontana la vecchiaia [canizie]
noiosa. Ora devi cercare [siano ricercati (da te)] il campo (Marzio) e le piazze
e i dolci sussurri sul far della sera
all'ora dell'appuntamento [stabilita],

ora (devi cercare) il riso gradito della ragazza nascosta,
che tradisce (la sua presenza) dall'angolo appartato,
e il pegno strappato alle (sue) braccia
o al dito che resiste invano [malamente ostinato].

venerdì 1 gennaio 2016

Bonne anneé a tout le monde| !

Un altro anno è passato e via... in discesa per gli anni futuri! Il tempo passa inesorabile, nulla rimane di quel che abbiamo vissuto nel prima, nulla sappiamo di quel che sarà. Allora, finché la vecchiaia orribile è lontana da noi, cogliamo ciò che di bello la vita ci offre!... CARPE DIEM!