venerdì 5 marzo 2021

 

DAD o non  DAD, la scuola ha perso.

 

Per la forte incidenza della variante inglese Covid e per l’aumento  esponenziale dei contagi (in Campania si contano  duemilacinquecento casi al giorno), chiudono le scuole di ogni ordine e grado in  quasi tutta l’Italia. Per la  Campania è prevista zona rossa dalla settimana prossima e di conseguenza la chiusura delle scuole d’infanzia, elementari, medie  e superiori, con grande disagio delle famiglie. Penso a quei genitori che dovendo lavorare o in smart working o fuori casa  sono nella complicata situazione di dover badare ai bambini e lavorare nello stesso tempo. Il problema  scuola sta ricadendo in modo pesante sulla fascia di età compresa fra i tre e i tredici anni, ossia scuola d’infanzia e medie. Non riesco infatti ad immaginare come i bambini possano rimanere dietro un monitor per gran parte della mattinata, senza essere seguiti da una persona accanto che li guidi e li porti per mano  verso l’acquisizione della pratica della scrittura e della lettura. E’ una situazione veramente difficile per tutti quella che stiamo vivendo e, se non  si prosegue su larga scala la campagna vaccinale, non so proprio come ne usciremo, soprattutto non saprei quando potrebbe finire quest’incubo che sta incombendo sulle nostre vite.

 Alle superiori la didattica a distanza sta procedendo relativamente bene, se escludiamo i quotidiani problemi di connessione, di audio o di webcamera, ma preoccupa molto  la dispersione di un certo numero di alunni in ogni istituto. Si calcola approssimativamente che almeno  due  o tre ragazzi per classe  hanno smesso di frequentare le lezioni a causa dell’obbligata condivisione di un unico computer con più membri della  famiglia, fratelli o genitori oppure per  la mancanza di uno spazio adeguato, ossia una cameretta personale in cui non ci siano altre persone. A chiedere poi ai ragazzi se la didattica a distanza fornisce un’adeguata preparazione, la risposta è per lo più negativa, soprattutto per la difficoltà di concentrazione nel seguire le lezioni online e per la stanchezza dovuta alle eccessive ore davanti al computer. Intanto, in questo momento non c’è alternativa, la salute e la sicurezza vengono prima di tutto, e la DAD consente quantomeno di mantenere il contatto coi ragazzi e di svolgere i regolari programmi, almeno formalmente.

Il nuovo ministro, Patrizio Bianchi, in qualche intervista rilasciata nei giorni scorsi ha fatto intendere che la scuola dovrà ripartire in presenza quanto prima ed ha dichiarato che al ministero si sta lavorando per investire risorse  in questa fase. La prima operazione è chiaramente la vaccinazione di tutto il personale della scuola, per il dopo si prevedono “ristori” formativi per sopperire alle povertà educative accumulate in tanti mesi di scuola surrettizia. Probabilmente l’anno scolastico si chiuderà più tardi, non prima del 30 giugno, ad esclusione degli studenti che dovranno fare gli esami di terza media  e di quinta superiore. Guardando oltre l’emergenza l’unica novità per il momento è che  la DAD non sarà più un ripiego ma piuttosto sarà considerata come arricchimento ed integrazione per costruire una nuova scuola. Non si parla ancora di innovazioni nei contenuti delle discipline né di stravolgimenti sistemici e strutturali.  Intanto, chi ripaga i ragazzi  del lungo isolamento, della mancanza di contatto fisico, della socialità per loro così fondamentale? Passano da oltre un anno tutto il loro tempo davanti ad un computer, non hanno più la gioia di uscire nel mondo reale accettando le sfide della vita quotidiana, non curano più la propria persona, limitano le loro attività di relazioni fisiche, non praticano sport. Usciranno da questa esperienza con una frattura insanabile nella loro identità sociale.