mercoledì 13 marzo 2024

Sono entrate parole nella scuola che non c’entrano nulla con ciò che gli insegnanti hanno imparato per insegnare, parole che li destabilizzano distraendoli dall’obiettivo fondamentale cui sono chiamati. Nella scuola italiana si parla inglese e si mettono da parte le lingue della nostra tradizione classica. Mentre all’estero nelle scuole superiori più prestigiose ci sono i corsi di lingua latina e di civiltà greca, in Italia viene imposto il CLIL per integrare la conoscenza della lingua inglese in contenuti non linguistici. La tendenza è quella di assecondare le richieste sempre più pressanti del sistema economico neo liberista che sostiene un’idea di scuola atta a formare il “capitale umano” per il sistema di produzione capitalistico 4.0.Ma il compito della scuola non è educare e istruire il capitale umano, bensì fornire una possibilità di emancipazione umana, soprattutto a coloro che partono in una situazione di disagio. La scuola sta perdendo la sua identità nell’abbaglio dell’Utilità economica, del Consumismo, della Tecnologia. Rivolgo un accorato appello a tutti gli insegnanti d’Italia: “Unitevi, fate fronte comune contro i pressanti tentativi di piegare le conoscenze al saper fare rendendole inutili perché non spendibili sul mercato del lavoro. Insegnare non è un atto burocratico, ma un processo di crescita che deve portare alla conquista della libertà di pensiero. Deviare da questo obiettivo significa indebolire la democrazia.”