Obama: quando la Politica tocca il cuore
By Sandra Amurri
“Salaam aleikum, sono felice di portarvi il saluto di pace delle comunità mussulmane del mio Paese”
Inizia così il tanto atteso discorso di Barack Hussein Obama, all’Univeristà del Cairo . Parole che si toccano. Parole, che danno, più di mille contratti sottoscritti, la certezza che si tramuteranno in concretezza di azioni, di scelte. Parole, che provengono dal cuore e tradotte dalla ragione che arrivano dritte al cuore di donne e uomini. Parole di cui il Mondo ha bisogno come il pane per vivere.
“ Il rapporto tra Islam e Ocidente ha alle spalle secoli di coesistenza e cooperazione, a anche di conflitto e di guerre di religione. In tempi più recenti, questa tensione è stata alimentata dal colonialismo, che ha negato diritti e opportunità a molti mussulmani…Io sono qui oggi per cercare di dare il via a un nuovo inizio tra gli Stati Uniti e i mussulmani di tutto il mondo.In parte le mie convinzioni si basano sulla mia stessa esperienza:sono cristiano, ma mio padre era originario di una famiglia del Kenia, della quale acecano fatto parte generazioni intere di mussulmani.Da bambino ho trascorso svariati anni in Indonesia, e ascoltavo al sorgere del Sole e al calare delle tenebre la chiamat dell’azaan. Da giovane ho prestato servizio nelle comunità di Cicago presso le quali molti ritrovavano dignità e pace nella loro fede musulmana.Ho studiato Storia e ho imparato la civiltà sia debitrice nei confronti dell’islam.Fu l’islam infatti a tenere alta la fiaccola del sapere per molti secoli, preparando la strada al Rinascimento europeo e all’Illuminismo. Fu l’innovazione presso le comunità musulmane a sviluppare scienze come l’algebra, la bussola magnetica, vari strumenti per la navigazione; a far progredire la maestria nello scrivere e nella stampa; la nostra comprensione di come si diffondono le malattie e come è possibile la curarle. La cultura islamica ci ha regalato maestosi archi e cuspidi elevate, poesia immortale, calligrafia elegante e luoghi di meditazione pacifica. Per tutto il corso della sua storia l’Islam ha dimostrato con le parole e le azioni la possibilità di praticare la tolleranza religiosa e l’eguaglianza tra le razze…..Ritengo che rientri negli obblighi e nelle mie responsabilità di presidente degli Stati Uniti lottare contro qualsiasi stereotipo negativo dell’Islam, ovunque esso possa affiorare. Ma questo medesimo principio deve applicarsi alla percezione dell’America da parte dei musulmani. …L’11 settembre è stato un trauma immenso per il ostro Paese. La paura e la rabbia che quegli attentati hanno scatenato sono state comprensibili, ma in alcuni casi ci hanno spinto ad agire in modo contrario ai nostri stessi ideali. Ci stiamo adoperando concretamente per cambiare linea d’azione.. Ho proibito personalmente e inequivocabilmente il ricorso alla tortura….l’America si difenderà rispettando la sovranità altrui e la legalità delle altre nazioni….Dobbiamo discutere della situazione tra israeliani e palestinesi, palestinesi e mondo arabo.. Sono bene noti i i soldi rapporti che legano Israele e Stati Uniti che ha radici in legami culturali che risalgono indietro nel tempo, nel riconoscimento che l’aspirazione a una patria ebraica è legittimo e ha anch’esso radici in una storia tragica, innegabile…..nel mondo il popolo ebraico è stato perseguitato per secoli e l’antisemitismo in Europa è culminato nell’Olocausto, uno sterminio senza precedenti….Dall’altra parte è innegabile che il popolo palestinese ha sofferto anch’esso nel tentativo di avere una propria patria. Da oltre 60 anni affronta tutto ciò che di doloroso è connesso all’essere sfollati. Giorno dopo giorno i palestinesi affrontano umiliazioni piccole e grandi che sempre si accompagnano all’occupazione di un territorio. Sia, dunque, chiara una cosa: la situazione per il popolo palestinese è insostenibile. L’America non volterà le spalle alla legittima aspirazione del popolo palestinese alla dignità alle apri opportunità, a uno Stato proprio. Se insisteremo a voler considerare questo conflitto da una parte piuttosto che dall’altra, rimarremo ciechi e non riusciremo a vedere la verità: l’unica soluzione possibile per le aspirazioni di entrambe le parti è quella dei due Stati, dove israeliani e palestinesi possano vivere in pace e in sicurezza. Noi tutti condividiamo la responsabilità di dover lavorare per il giorno in cui le madri israeliane e palestinesi potranno vedere i loro figli crescere insieme senza paura; in cui la terra Santa delle tre grandi religioni diverrà quel luogo di pace che Dio voleva che fosse; in cui Gerusalemme sarà la casa sicura ed eterna di ebrei, cristiani e mussulmani insieme, la città di pace nella quale tutti i figli di Abramo convivranno come nella storia di Isra, allorchè Mosè, Gesù e Maometto- la pace sia con loro- si riunirono in preghiera”
Barack Hussein Obama
Prof, buonasera, dopo una bellissima giornata trascorsa insieme non ho potuto far altro che venire qui e allegarvi quello che è stato il nostro pensiero per voi.
RispondiEliminaMi dispiace doverlo lasciare come commento, ma non sapevo come farlo giungere diversamente a voi.
Antonella Oliviero
10 giugno 2009
Cari prof,
finalmente è finita, o almeno speriamo, ma vogliamo fare in modo che non dimentichiate il nostro viaggio… Troppo lungo per essere durato appena cinque anni e con troppe fermate dove molti sono scesi per non salire mai più.
Non lo nascondiamo! A volte vi abbiamo odiato, qualche volta anche amato, ma ognuno di voi ci ha regalato momenti di puro divertimento.
Cetta, chi più di voi ci conosce? Ci avete accompagnato “praticamente” in tutto il viaggio, siete stata “praticamente” il nostro Virgilio tra Inferno e Paradiso, insieme abbiamo sofferto (e chi se lo scorda a Tequila?), ma abbiamo anche riso: quando alla prima ora eravamo tutti già stanchi, quando ci avete raccontato la vostra vita da ribelle e del marciapiede per salire sulla moto, quando per cancellare alla lavagna chiamavate Francesca e quando, dopo cinque anni, avete chiesto: “Chi è Ciriello?”
Cogliano, il nostro incubo, quando ti vedemmo la prima volta: PANICO! Ma in questo caso l’apparenza non ingannava: tutti, chi più chi meno, le abbiamo prese: chi per un salatino, chi per una risata, chi per una pausa troppo lunga e chi, dulcis in fundo, per un’intervista sul romanzo postmoderno è stato rincorso per tutto il corridoio. Con la tua schizofrenia avanzata hai tormentato tre anni del nostro viaggio, per alcuni quattro. E anche se ti lamenti continuamente che non abbiamo fatto niente, non è vero: le tue lezioni, in fondo, ma proprio in fondo, ci hanno aiutato a crescere e ad essere tutti più critici e stressati.
Polito, quattro anni a dieta insieme tra taralli e arance. Tra biologia, chimica e astronomia, abbiamo studiato e chi ha sempre rimandato l’interrogazione, veniva a giugno per quella sufficienza, perché “lo dice la legge”, col 6 rosso non si è promossi.
De Placido, grazie a voi dal non saper dire: “Io sono”, oggi sappiamo: “I am, you are, he/she/it HAS”. E con un “pochino” di impegno qualche “composition” e “conversation” c’esce.
Santoro, nove mesi fa, persi “in un mare di nebbia” dove Ciarcia ci aveva abbandonato, ci siamo imbattuti in un “viandante” che è salito a bordo per ultimo ma ci ha fatto viaggiare per più tempo: quattro secoli di storia dell’aarte (“annaaaaaaaggiaaa!” Vi sembrano pochi?).
Shhhh!! Partendo dal “ramarro” di Caravaggio, passando per la “oaaaaah” via della Conciliazione e per “Cicco Peppo” (il marito di Sissi) siamo arrivati al Novecento senza le pastorelle di vostra figlia.
Penna, che in cinque anni si è abbronzato anche all’ombra, sfoggiando un fascino non indifferente alle varie professoresse che si sono succedute. La prima volta che ti abbiamo visto ci aspettavamo minimo una schiacciata alla “Mila e Shiro” o un rigore alla “Holly e Benji” e invece… abbiamo scoperto un Homer Simpson.
Grieco, “c.v.d” (come volevasi dimostrare) vi abbiamo temuto e abbiamo tremato per i “papabili” argomenti d’esame. Ma anche con voi abbiamo riso: quando Bonito si era trasferito sulle Alpi, quando i rami secchi e le zavorre non arrivano all’esame, quando “Di Stasio, cosa fai? Dormi?” e lui: “No, professorè, ho la sinusite”, quando Di Fronzo inventava i teoremi e quando ha scoperto la triste verità che i numeri della cinquina sono cinque e non novanta.
Reppuuuuuuuu…e tu che siedi alla destra del padre, chi se lo scorda a Marano sotto al camion e la tua “Mannaggia la miseria”, quando invece una “Madonna” ci stava a pennello. Anche tu, acclamato Santo Subito, in quella metropolitana di Madrid ti sei fatto fregare…il costoso portamonete. Tra gite e pellegrinaggi vari, a scuola sei venuto… anzi, non ci sei venuto!
Vabbè…scherzi a parte, sperando di non aver offeso nessuno (non era nostra intenzione), oggi, dopo cinque anni dalla partenza, alla prossima scendiamo, scendiamo tutti.
Vi abbracciamo con affetto,
la vostra VD
Grazie, anche per noi il ricordo di voi tutti resterà indelebile!
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