In prossimità delle elezioni regionali il Pd si presenta come un'armata Brancaleone, rissosa e famelica spudoratamente. Peccato! Si è già infranto il sogno Bersani, tutto efficienza, coerenza e determinazione!
In Puglia il caso Vendola sta dimostrando tutto il peggio che c'è nell'organizzazione del partito, nel Lazio non si riesce a trovare un candidato,in Lombardia la partita è chiusa in partenza. Formigoni si ricandida, ha l'appoggio dei suoi e dell'Udc, e vincerà a mani basse, forse contro Penati. Anche il Veneto è destinato al centrodestra, con il ministro Zaia già in campagna elettorale mentre il centrosinistra non ha ancora un candidato. In Piemonte il candidato di centrosinistra c'è (è l'uscente Mercedes Bresso) che ha ottenuto l'appoggio di Casini, ma il centrodestra con il leghista Roberto Cota rischia di fare il colpaccio. Così come in Liguria, altra regione che il centrosinistra rischia di perdere (anche se l'uscente Burlando si è assicurato i voti di Casini). Ancora più drammatica è la situazione in Campania, dove l'eredità lasciata da Bassolino sta dando i suoi frutti in termini di consenso al Pdl.
Insomma, secondo i sondaggi il Pd può contare solo quattro regioni sicure: Emilia, Toscana, Umbria e Marche. Mentre Liguria, Piemonte, Basilicata, Puglia e Calabria sono considerate incerte (ma solo nelle prime due le speranze appaiono più fondate) . Già date per perse la Campania e la regione Lazio. Inutile perfino competere in Lombardia e Veneto.
Uno scenario, quest'ultimo, che fa venire i brividi alla schiena ai maggiorenti del Pd, e per Bersani il primo esame sarebbe una bocciatura completa.
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