mercoledì 6 maggio 2009

Uno scandalo opportuno

E' così. E' proprio vero, talvolta è un bene che uno scandalo avvenga. Mi riferisco, ovviamente, a tutti gli argomenti di cui si discute intorno alla vicenda del divorzio di Silvio Berlusconi. Si tratta di argomenti noti, ma è sempre un bene che se ne parli. Tanto per cominciare, questo divorzio non è secondo me un fatto solo privato, ma ci riguarda tutti, tutti noi popolo italiano, che dovremmo quanto meno allarmarci, se non indignarci, per le inquietanti dichiarazioni della signora Lario sul conto del marito. Non può lasciarci indifferenti che il numero uno della politica italiana, il Presidente del Consiglio, si diverta con le minorenni e vada alla ricerca delle più belle del reame per farle entrare in politica, con la stessa logica che si usa per il mondo dello spettacolo. Io, e come me tanti, non avrei nulla in contrario se in parlamento ci fossero tante belle donne, belle sì, ma anche capaci, motivate, dotate di una forte carica morale, tenaci nel perseguire gli interessi comuni,in grado veramente di rappresentare le istanze e le esigenze di larga parte del popolo, ma... Ahimé! Ci risulta difficile credere a tutto questo, soprattutto tenuto conto dell'aria che tira nelle televisioni, sui giornali e sulle riviste in Italia, dove campeggiano in primissimo piano le immagini di donne svestite e ridotte a puro oggetto di desiderio e di piacere. Non è vero che abbiamo pregiudizi e preconcetti sulle belle donne in politica, il fatto è che Berlusconi sta facendo del parlamento una specie di sultanato in cui non manca un harem di belle donne. E' innegabile che nella maggior parte dei casi le nuove donne in politica hanno una carriera televisiva alle spalle o comunque segnata dalla notorietà per la loro avvenenza. Berlusconi tenta in ogni modo di rassicurarci presentandoci le sue candidate alle europee come plurilaureate, professioniste, insignite di meriti e quant'altro. Omette però di dire che oggi, nel nostro corrotto Paese, con un minimo di disponibilità di mezzi e di opportune conoscenze, la laurea non è irraggiungibile e che il "pezzo di carta" non si nega più a nessuno! Ma parliamo di morale: Dov'è la morale in tutto questo? Merita il popolo italiano di avere una classe dirigente malata di narcisismo, assetata di potere, portatrice di "valori" che non sono più, manco per niente, la tutela dei diritti, la libertà, la democrazia, ecc. ecc...? Io direi proprio di sì: Ogni paese ha il governo che si merita. Che ci possiamo fare se il popolo italiano non conosce più (o ancora?) i suoi diritti civili, se reclama prepotentemente i suoi spazi di illegalità quotidiana, dal parcheggio abusivo al condono edilizio, dalla raccomandazione per una visita medica o per il rilascio di un certificato, come cent'anni fa? E' normale quindi che esprime una classe dirigente che gli assomigla molto. La crisi che stiamo vivendo, prima ancora che politica, è culturale, e si andrà sempre peggio. Chi può essere ottimista in tutto questo?

1 commento:

  1. conoscenza, consapevolezza, rispetto, dignità, ethos, onestà, responsabilità...quando almeno una di queste "vuote parole" si sarà fatta strada tra le masse italiane, si potrà di nuovo parlare di politica.

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