E' questo il mio paese
tra la Chiesa austera, la strada, le case
e, in fondo, un'altra chiesa piccola,
antica e quasi sempre chiusa,
che ora non c'è più, spazzata via dal terremoto.
Qui si svolgeva un tempo la vita
pullulante di uomini e botteghe,
di donne affaccendate, di vecchi sull'uscio delle case
di frotte di bambini festosi ad ogni ora.
Di quel mondo, piccolo
e protetto nelle braccia del Signore,
non è rimasto nulla,
se non le pietre dei muri e del selciato.
Se ci cammini lungo quella strada,
senti il rumore dei tuoi passi,
una sinistra eco che s'insinua fra i vicoli e gli anfratti.
Ti trema il cuore in tanta solitudine.
Povero mio paese, così abbandonato,
così prosciugato di ogni linfa vitale!
Ti hanno messo il vestito della festa,
sei bello, pulito e profumato di glicine e lillà,
ma quanta pena per le case
chiuse e desolate, per il silenzio
che da quelle porte parla della morte.
RC
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