Adesso parleranno tutti uguale,
tutti la stessa lingua che ci ha tolto la nostra.
Hanno cacciato l’alfabeto tra i campi
Braccandolo come un fuggiasco, come un ladro,
l’alfabeto dei padri.
Nessuno ci capirà,
e nemmeno tra noi
Impiegheremo più le vecchie parole,
corrose, diroccate mura delle nostre fortezze.
Ci hanno lasciato soltanto
Le tombe, estremo ridosso.
Perciò parlo da qui,
voce reclusa nel buio
tra forme colorate,
ma immobili per sempre
come l’ultimo alito
della nostra pronuncia.
Valerio Magrelli
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