INCONTRO CON L'AUTORE GIULIO LAURENTI
IL ROMANZO SUERTE, ED. EINAUDI
L'incontro con l'autore è
un progetto che da qualche anno trova la sua giusta collocazione nel
POF della nostra scuola, in corrispondenza coerente con le finalità
educative previste. Il progetto si propone di motivare i giovani alla
lettura; di sviluppare la capacità di confrontarsi tra loro e con il
mondo degli adulti; di sviluppare la capacità di analisi e di
critica. Personalmente mi sforzo di mantenere nel tempo questa
iniziativa, perché credo fortemente nell'azione educativa della
letteratura. Mi viene in mente una citazione di Ezio Raimondi, morto
lo scorso 18 marzo a Bologna: “ La letteratura educa le giovani
generazioni al rispetto dell'uomo. Questa è la sua funzione, anche
in un tempo in cui vediamo da tutte le parti come l'etica pubblica
sia carente. E' una sorta di educazione civica, ma anche un
patrimonio di umanità.” Quest'anno la scelta del libro coincide,
sia pure da un altro punto di vista, con il tema della legalità su
cui tutte le scuole d'Italia si stanno confrontando con varie
iniziative. Quest'anno, poi, ricorre l'anniversario dell'uccisione di
Don PEPPE DIANA, ucciso dalla camorra il giorno 19 marzo 1994 nella
sacrestia della chiesa di cui era parroco, a Casal di Principe. Al di
là della retorica celebrativa, che purtroppo rischia di dare per
scontate certe acquisizioni sul tema del rispetto delle regole e
della pratica della democrazia, la scuola, che è luogo privilegiato
di cultura e conoscenza, è chiamata ad impegnarsi a far crescere
sempre di più la cultura della legalità cercando di valorizzare
anche gli altri ambiti educativi primo fra tutti quello della
famiglia, dove i ragazzi possono vivere la dimensione di una sana
appartenenza. Diceva Don Ciotti, in un'intervista di qualche tempo
fa: “Educare i giovani va bene, ma poi? Qual è il risultato se
nell'ambiente sociale dove vivono quello stesso senso è distorto se
non annullato, oppure dove è forte la sfiducia verso lo Stato? E'
proprio questo il punto: costruire alternative credibili alla mafia,
vincere omertà e passività, superare sfiducia e rassegnazione,
esige, in determinati territori, intervenire a vasto raggio e di
modificare in profondità: è quello che ho chiamato impegno per la
trasformazione del contesto.” Per un adolescente riconoscere ed
accettare un mondo di regole è sempre un percorso difficile e
faticoso, tanto più se la società contemporanea, sempre più
spesso, non propone mediazioni simboliche credibili e coinvolgenti,
modelli positivi e motivazioni appaganti. Allora la scuola nel suo
ambito cosa può fare? Intanto deve praticare tutte le strade che
portano alla legalità e penso finanche alle piccole cose, che poi
piccole non sono: innanzitutto la disciplina, che sempre più si
allontana dal comportamento abituale delle giovani generazioni, penso
alla pratica diffusa di copiare i compiti da Internet, di non fare i
compiti a casa disattendendo ai propri doveri di studente, oppure
all'uso dei cellulari in classe mentre l'insegnante spiega... Sul
tema della legalità quindi noi non dobbiamo più limitarci ad
inculcare dall'esterno e forzatamente valori e principi, questi
devono invece incarnarsi in pratiche e comportamenti ricorrenti nella
vita di tutti i giorni. Rispettare le regole e non riscriverle
secondo i propri tornaconti, sarebbe il primo passo verso la giusta
via. Ma, se pure le regole ci sono, c'è ancora qualcuno disposte a
farle rispettare, senza se e senza ma? Io vedo che spesso proprio la
scuola si predispone ad atteggiamenti di buonismo diseducativo,
laddove chiude un occhio e l'altro pure di fronte alle richieste
sempre più pressanti dei ragazzi di alleggerire il loro studio,
oppure scoraggia gli insegnanti capaci di fermezza educativa i quali
spesso, troppo spesso, devono remare contro corrente. Diciamo la
verità: la scuola è ancora pervasa da orientamenti educativi decisi
a fare a meno di regole e di sanzioni, così come i genitori troppo
spesso rinunciano ad esercitare il loro ruolo e persino i governi e i
vari ministri che si sono succeduti all'Istruzione non hanno mai
speso una circolare a favore della disciplina e amano civettare con
gli adolescenti in fase oppositiva, anziché no. I risultati? I
nostri adolescenti, supertecnologizzati, omologati, privi di memoria
si muovono verso un futuro incerto, senza bussola, schiacciati dal
peso dell'informazione quotidiana, dalla cronaca minuta e non
riescono più a dare un senso alla vita. I nostri giovani devono
apprendere il sacrificio, la lotta, devono capire che non vi sono
scorciatoie nella vita e che la via più breve ha sempre un prezzo
alto che prima o poi dovrà essere pagato.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi lasciare un commento