mercoledì 28 novembre 2012
Lettera al Ministro Profumo
Egregio Ministro,
Le voglio descrivere la giornata tipo di un'insegnante di lettere in un liceo.
Premetto che io sono fortunata, poiché la scuola dista da casa mia soltanto 7 Km e certamente non posso confrontarmi con colleghi che di Km ne fanno 70 ogni giorno per raggiungere la sede di lavoro. Diciamo però che la sede vicina me la sono guadagnata vincendo un regolare concorso a cattedra nel lontano 1992. Detto questo, ho da raccontare come si svolge la mia giornata di lavoro, che poi è simile a quella di tante altre. Come vede, parlo al femminile, perché i signori maschi, come si sa, non hanno alcuni problemi che abbiamo noi donne. Dunque, mi alzo alle 6.30, mi lavo, mi vesto, faccio una discreta colazione (non ce la farei altrimenti a sopportare il calo fisiologico di zuccheri intorno alle 10.30). Il mio orario settimanale prevede 18 ore spalmate su cinque giorni della settimana, in tre indirizzi diversi: liceo classico, liceo scientifico, liceo delle scienze Applicate. E' vero che mediamente non faccio più di quattro ore al giorno di attività didattica in aula, ma Le assicuro che anche due sole ore in classi affollate di ragazzi che già alle 10.00 non sono più in grado di prestare la dovuta attenzione, sono dure da sopportare!
Torno a casa quasi tutti i giorni alle 13.40 e appena arrivo mi spoglio delle vesti "curiali" e indosso quelli della più umile lavandaia. Mi metto ai fornelli e rapidamente preparo un pasto frugale per me e mio marito (anche in questo sono fortunata, non ho bambini cui dare la pappa). Intanto che rassetto la casa continuo a pensare alla scuola, con la mente analizzo, organizzo, programmo già per il prossimo incontro... Il cervello lavora a ritmo serrato!
Mi accingo a preparare la cena ed il pranzo del giorno dopo, raramente ho il tempo di uscire per svagarmi un po'. Alle 20.00 la mia giornata è finita. Mentre ceno mi guardo un po' di tv, tanto per non perdermi quanto accade intorno a me e fuori nel mondo. Alle 21.00 mi addormento sul divano sfinita, così decido di andarmene a letto, non senza una breve lettura attinente agli argomenti didattici. Questa naturalmente è la routine quotidiana, quando non ci sono rientri a scuola per i consigli di classe, il collegio dei docenti, il consiglio d'istituto, la riunione dei dipartimenti, l'incontro con le famiglie e i corsi di recupero IDEI!
Un momento, io non Le ho ancora detto che insegno italiano e latino in quattro classi diverse: italiano in una prima liceo scienze applicate e in una terza liceo classico, latino in una prima liceo scientifico e in una terza liceo classico. Ah, dimenticavo di aggiungere storia e geografia in una prima scientifico. Lei sicuramente saprà che insegnare italiano in una prima non è lo stesso che insegnarlo in una terza liceo classico. Nella prima devi fare molta grammatica, molti esercizi, lettura, scrittura e almeno 2 compiti nel trimestre. Nella terza insegno storia della letteratura dalle origini fino al Tasso, una bella cavalcata attraverso alcuni secoli di storia e di arte! E anche qui 2 compiti a trimestre, test di verifica, interrogazioni... Riguardo al latino, nella prima liceo scientifico insegno grammatica latina ma anche italiana, analisi logica, analisi del periodo etc etc... Il latino nella terza del liceo classico prevede l'aggiunta della letteratura e la lettura dei classici, quindi 2 compiti, interrogazioni, test. Che dire poi della storia e della geografia? Se ti capita di doverla insegnare dopo un po' di anni (com'è capitato a me), beh, te la devi rileggere, se no che racconti? Tirando le somme, io insegno a 90 ragazzi ogni giorno ben sei discipline diverse, un bel totale, non Le sembra? Indovini un po' quanto guadagno?... Lei lo sa che la mia parrucchiera guadagna 400 euro al giorno ed ha solo la licenza media? E l'idraulico, che ieri mi ha riparato un rubinetto e ha dato uno sguardo alla caldaia, lo sa quanto ha preteso? Glielo dico : 350 euro! Potrei continuare con tanti altri esempi, ma basta così. Ho solo da dirle che la scuola in Italia si regge sulla buona volontà degli insegnanti che come me credono ancora nel lavoro che fanno, ne avvertono il peso e la responsabilità consapevoli che a loro è affidato il progresso civile della società del futuro.
E questa non è retorica!
Distinti saluti
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