giovedì 8 marzo 2012

8 Marzo: niente da festeggiare

Sono 31 le donne uccise dall'inizio dell'anno in Italia: un dato sconcertante, inaccettabile per un Paese civile!La violenza fisica non è che un retaggio culturale arcaico, un istinto cieco ed elementare che ha radici profonde, giammai sradicate. Oggi non c'è proprio niente da festeggiare, ha dichiarato l'Associazione Telefono Rosa, e lo dico anch'io, in piena convinzione. Ci eravamo illuse sull'emancipazione, riaffiorano invece, anzi si riconfermano in tutta la loro brutalità gli stereotipi consueti, antichi quanto il mondo.
Tutto comincia (stando ai tempi più vicini a noi)con la scienza positivista che teorizza l'inferiorità della donna per ribadirne il ruolo di madre e di angelo tutelare della famiglia. Medici, scienziati, psichiatri e filosofi, da Lombroso a Nietzsche allo stesso Freud, confermano una visione negativa della donna. Addirittura ci fu all'inizio del Novecento un filosofo austriaco che in un saggio tentò di fondare una filosofia dei sessi, considerando il sesso maschile come momento costruttivo del buono, del bello, del vero, e quello femminile come momento opposto. Quel saggio, intitolato "Sesso e carattere" ebbe un successo strepitoso e contribuì non poco alla teorizzazione del diverso come inferiore e della donna associata ai diversi, come gli ebrei o i neri. Il Verismo contribuisce in modo sostanziale al mutamento della raffigurazione della donna e dell'erotismo, accentuando la scissione tra spiritualità e fisicità del desiderio: l'amore diventa una spinta dei sensi, un istinto violento e anche delittuoso. Tematiche come quella dello stupro, presente in una novella di Verga (Tentazione)indagano la fisiologia amorosa nei suoi versanti patologici. E' superfluo elencare quello che aggiunse in seguito il Fascismo sulla donna, con la sua retorica aberrante i cui residui si sono perpetuati fino ai nostri giorni, nel quasi ventennio del berlusconismo. Ma non mi va di ripercorrere la storia dell'antifemminismo nell'arte e nella letteratura, voglio dire solo che la deformazione dell'immagine femminile è stata scientemente costruita dagli uomini che della donna avevano paura, perché sottraeva loro la facoltà del possesso e del dominio.Oggi abbiamo la televisione che ci propina quotidianamente donne svuotate di coscienza e ricche di carne, che mute fanno da contorno in trasmissioni condotte da uomini, ma di che parliamo? Tante, troppe donne oggi non sono ancora consapevoli dei loro diritti di persone e pensano che vestirsi alla moda o anche svestirsi significhi realizzazione di sé e della propria vita.

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