mercoledì 21 marzo 2012

Quale cultura?

La cultura è cambiata. Avanza a grandi passi una cultura diversa, io direi con la "c" minuscola, facile e pronta all'uso, quasi un Fast food i cui ingredienti sono banali informazioni oppure sterili nozioni. Il bello è che la scuola legittima e consacra questa cultura o forse è costretta a farlo, non lo so. Di certo so che nella scuola c'è tanta confusione su questo argomento. Mi si potrà obiettare che la scuola non è la sede della cultura ma dell'istruzione, okay, su questo non ci piove! Ma l'istruzione che dà la scuola a quale uso è destinata? Che istruzione è? Io penso che essa è un un insieme di strumenti, di mezzi che devono servire in ultima analisi ad impossessarsi della cultura, che è conoscenza, capacità, abilità da spendere in futuro in ogni campo. Ebbene, se l'istruzione è finalizzata alla cultura, i suoi contenuti debbono essere culturali, o no?
Il dilemma mi è sorto stamattina in classe nel momento in cui, interrogando un allievo su Tacito, per tutta risposta mi sono sentita un guazzabuglio di informazioni, diciamo di nozioni che l'allievo aveva "scaricate" da Wikipedia. Voi direte: "Bene, il ragazzo ha voluto approfondire l'argomento!" E invece no. Il ragazzo, invitato ad elaborare autonomamente qualche concetto fondamentale, si è sorpreso della sua stessa incapacità e sicuramente mi ha odiato pensando ad una persecuzione contro di lui. Anche perché mi sono infuriata e mi è scappato di dire a gran voce: "Wikipedia lo deve usare tuo padre e quanti come lui sono fuori dal mondo della scuola, unicamente per informarsi su ciò che non sanno! Voi invece dovete studiare sui libri e capire le spiegazioni dell'insegnante!" Da questa mia battuta è scaturito un putiferio: il ragazzo si è sentito offeso perchè ho fatto riferimento al padre non capendo che era lui che si doveva sentire offeso in quanto studente liceale. La discussione è un pò degenerata, perchè io ho voluto rimarcare l'importanza della cultura umanistica in un liceo scientifico, cosa che i ragazzi, alcuni insegnanti e il clima culturale in genere stanno mettendo sotto i piedi. Il latino è ridotto ai minimi termini, la letteratura non conta nulla, la lingua italiana è un optional; abbiamo casi estremi di alunni che in quinta non sanno leggere e scrivere, e ciò nonostante...
Vi assicuro, non sono esagerazioni le mie, i ragazzi copiano tutti i compiti e non c'è nulla da fare, a meno che non vuoi inimicarti genitori e presidi. Il liceo scientifico garantisce la promozione solo a coloro che sanno fare qualche calcolo matematico, le materie umanistiche non sono tenute in grande considerazione. Molti cominciano a pensare che la cultura umanistica serva da corollario a quella tecnica e scientifica. Se così fosse , quale nuova cultura sta emergendo? A questo punto, a che serve che noi docenti ci adeguiamo all'uso dei computer? Mi piacerebbe aprire un dibattito serio su questi problemi, sulla credibilità della scuola , sul futuro delle giovani generazioni...

venerdì 16 marzo 2012

I giovani sono ignoranti? La colpa non è della scuola

La scuola è come un ospedale dove si recano i malati che hanno bisogno di curarsi. Se però la famiglia non ha abituato i figli a leggere, essa può fare poco o anche niente. La scuola dà l'istruzione per l'uso (a chi ne ha bisogno), è come il bugiardino dei farmaci, ti dà le informazioni, ti suggerisce la giusta posologia, ti dà le dovute avvertenze, ma se tu che sei il malato ti rifiuti di guarire, sei destinato a morire.

domenica 11 marzo 2012

L'acqua

Un giorno l'acqua, trovandosi nel suo elemento, ossia nel superbo mare, fu presa dalla voglia di salire nel cielo.
Si rivolse allora ad un altro elemento, cioè al fuoco, pregandolo di aiutarla. Il fuoco acconsentì, e col suo calore la fece diventare più leggera dell'aria trasformandola in sottile vapore.
Il vapore s'innalzò nel cielo, andò molto in alto, fino agli strati più sottili e più freddi dell'aria, dove il fuoco non poteva più seguirlo. Allora le particelle del vapore, intirizzite dal freddo, furono costrette a stringersi insieme, diventando più pesanti dell'aria. E caddero, giù, sotto forma di pioggia. Anzi, non caddero, ma precipitarono. Erano salite nel cielo troppo piene di superbia, e furono messe in fuga. La pioggia fu bevuta dalla terra secca: e così, restando tanto tempo imprigionata nel suolo, l'acqua scontò il suo peccato con una lunga penitenza.

[ Leonardo Da Vinci, Favole, Fo.III.2 r.]

giovedì 8 marzo 2012

8 Marzo: niente da festeggiare

Sono 31 le donne uccise dall'inizio dell'anno in Italia: un dato sconcertante, inaccettabile per un Paese civile!La violenza fisica non è che un retaggio culturale arcaico, un istinto cieco ed elementare che ha radici profonde, giammai sradicate. Oggi non c'è proprio niente da festeggiare, ha dichiarato l'Associazione Telefono Rosa, e lo dico anch'io, in piena convinzione. Ci eravamo illuse sull'emancipazione, riaffiorano invece, anzi si riconfermano in tutta la loro brutalità gli stereotipi consueti, antichi quanto il mondo.
Tutto comincia (stando ai tempi più vicini a noi)con la scienza positivista che teorizza l'inferiorità della donna per ribadirne il ruolo di madre e di angelo tutelare della famiglia. Medici, scienziati, psichiatri e filosofi, da Lombroso a Nietzsche allo stesso Freud, confermano una visione negativa della donna. Addirittura ci fu all'inizio del Novecento un filosofo austriaco che in un saggio tentò di fondare una filosofia dei sessi, considerando il sesso maschile come momento costruttivo del buono, del bello, del vero, e quello femminile come momento opposto. Quel saggio, intitolato "Sesso e carattere" ebbe un successo strepitoso e contribuì non poco alla teorizzazione del diverso come inferiore e della donna associata ai diversi, come gli ebrei o i neri. Il Verismo contribuisce in modo sostanziale al mutamento della raffigurazione della donna e dell'erotismo, accentuando la scissione tra spiritualità e fisicità del desiderio: l'amore diventa una spinta dei sensi, un istinto violento e anche delittuoso. Tematiche come quella dello stupro, presente in una novella di Verga (Tentazione)indagano la fisiologia amorosa nei suoi versanti patologici. E' superfluo elencare quello che aggiunse in seguito il Fascismo sulla donna, con la sua retorica aberrante i cui residui si sono perpetuati fino ai nostri giorni, nel quasi ventennio del berlusconismo. Ma non mi va di ripercorrere la storia dell'antifemminismo nell'arte e nella letteratura, voglio dire solo che la deformazione dell'immagine femminile è stata scientemente costruita dagli uomini che della donna avevano paura, perché sottraeva loro la facoltà del possesso e del dominio.Oggi abbiamo la televisione che ci propina quotidianamente donne svuotate di coscienza e ricche di carne, che mute fanno da contorno in trasmissioni condotte da uomini, ma di che parliamo? Tante, troppe donne oggi non sono ancora consapevoli dei loro diritti di persone e pensano che vestirsi alla moda o anche svestirsi significhi realizzazione di sé e della propria vita.

mercoledì 7 marzo 2012

Quando dici poeta...

A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perché in essi è racchiuso
il coraggio dei nostri padri.
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni, non per costruivi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà
quotidiana.

Alda Merini, da "La vita facile"