Mi ritrovo con piacere nella comunità che un po’ di tempo fa si definiva provvisoria e che ora pare invece definita intorno ad un grandioso progetto comune: limitare il fenomeno dell’abbandono e della perdita della identità culturale delle nostre comunità. È un progetto grandioso perché solletica l’orgoglio del luogo nelle anime sensibili e riaccende la speranza di favorire, finalmente, la progettazione comune tra amministratori locali, soggetti economici, associazioni di liberi cittadini in una prospettiva di politica partecipata.
Se ho ben capito, al capezzale dei piccoli paesi moribondi non rimaniamo che noi, i nostalgici del buon tempo antico, quelli che quando il gran sonno avvolse l’Italia del Sud e l’uomo del volgo ignorò ogni cosa affidandosi al politico più maneggione e l’intelligente distorse la storia gettando nel sepolcreto finanche la coscienza di sé (di qui la vergogna e il disprezzo per la propria terra), hanno continuato a sognare, malgrado tutto, anche quando tutt’intorno si faceva impunemente scempio della cultura locale.
Certo, sembra veramente incredibile affidare la speranza di un riscatto delle nostre terre all’immaginazione e alla fantasia, ma è proprio così! D’altronde, quale altra via abbiamo da percorrere se non quella dell’arte, della musica e della letteratura per accedere all’anima dei luoghi? Essa non si svela al rude viandante che passa per la via , ma a chi è in sintonia con lo spirito del luogo. Gli antichi chiamavano lo spirito del luogo Genius loci, che altro non è se non il cumulo degli affetti, delle memorie di coloro che l’hanno abitato per generazioni succedutesi nel tempo. Oggi la disarmonia dei luoghi ha interrotto quel flusso energetico che alimentava la nostra vita e i nostri sentimenti e quindi noi lo possiamo cogliere soltanto con la memoria. E questa è custodita dall’arte e dalla letteratura. Si ritorna dunque alla fiducia nella creatività, ma noi non siamo passatisti, nevvero? Il progetto I piccoli paesi propone tale creatività in termini nuovi, con idee nuove e progetti d’avanguardia. Noi sappiamo bene che non vale la pena perdere altro tempo a inseguire la coda di un mondo che non tornerà più, sappiamo bene che dobbiamo immaginarne un altro, facendolo germogliare dalle radici antiche. I nostri paesi risorgeranno soltanto se accetteremo di vivere Hic et Nunc.
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