lunedì 16 marzo 2009

In primis paritas

L'Europa c'impone la parità tra uomo e donna sull'età pensionabile (65 anni). Si pretende, quindi, di riconoscere un dato (la parità) che nei fatti non esiste, per ovvi motivi.

Non esiste parità rispetto all'uomo per la donna che associa al lavoro fuori casa mille altre incombenze; non esiste parità per la donna che entra nel mondo del lavoro spesso molto tardi, perchè l'ingresso é rallentato o frenato dalla maternità; non può esserci parità per la donna se l'egemonia di una cultura maschilista scarica unicamente su di lei la gestione e l' amministrazione della casa, dei figli e spesso anche la cura degli anziani; non può esserci parità se è la donna ad arrivare alla soglia della pensione esausta e per di più con la prospettiva di diventare povera più dell'uomo!...

Oggi noi donne viviamo un enorme paradosso: per inseguire il sogno della libertà e dell'emancipazione abbiamo rinunciato a goderci la serenità della famiglia e siamo cadute in una forma inusitata di schiavitù, dibattute freneticamente tra lavoro e cura di mariti , figli e casa. Riguardo alla pensione, c'é un'unica cosa da fare: rendere flessibile l'uscita dal lavoro ed abbassare la soglia dell'età a 60 anni.

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