La solidarietà fra donne negli anni 70 veniva chiamata autocoscienza femminile, ed era comune a tutte le donne, almeno nella fase nascente del movimento femminista. Tutte le donne, in modo trasversale erano unite nella lotta per l'emancipazione e non c'erano differenze tra classi sociali o categorie. Oggi l'idea stessa di emancipazione è in molti aspetti superata, almeno nell'ambito economico in quanto è ormai universalmente accettata l'idea che la donna lavori fuori dalle mura domestiche. Il problema di oggi è la competizione, a tutti i livelli, soprattutto fra uomini e donne, fra certi uomini e certe donne. Mi spiego: la competizione tra uomini e donne vede rinascere forte e prepotente da un lato il maschilismo becero e violento che si accanisce contro la donna che rivendica libertà e autonomia, dall'altro il maschilismo soft, nascosto e camuffato, che blocca la donna sulla soglia apicale del potere, a tutti livelli. Il problema , però, investe il rapporto tra le donne che in questo quadro non possono essere più solidali tra loro. Infatti, come possiamo parlare di solidarietà fra donne con tacco 12 e donne che portano scarpe da ginnastica, oppure fra donne che viaggiano in Maserati e donne che viaggiano in treno come pendolari tutti giorni? Che rapporto può mai esserci fra una casalinga che si sfianca tutti i giorni e una donnea in carriera che imita gli uomini mettendosi addirittura contro chi fa la donna e basta? Secondo me, il femminismo deve rinascere su nuove basi.
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