DAD o non DAD, la scuola ha perso.
Per la forte incidenza della variante
inglese Covid e per l’aumento esponenziale
dei contagi (in Campania si contano
duemilacinquecento casi al giorno), chiudono le scuole di ogni ordine e
grado in quasi tutta l’Italia. Per la Campania è prevista zona rossa dalla settimana
prossima e di conseguenza la chiusura delle scuole d’infanzia, elementari,
medie e superiori, con grande disagio
delle famiglie. Penso a quei genitori che dovendo lavorare o in smart working o
fuori casa sono nella complicata
situazione di dover badare ai bambini e lavorare nello stesso tempo. Il
problema scuola sta ricadendo in modo
pesante sulla fascia di età compresa fra i tre e i tredici anni, ossia scuola
d’infanzia e medie. Non riesco infatti ad immaginare come i bambini possano
rimanere dietro un monitor per gran parte della mattinata, senza essere seguiti
da una persona accanto che li guidi e li porti per mano verso l’acquisizione della pratica della
scrittura e della lettura. E’ una situazione veramente difficile per tutti
quella che stiamo vivendo e, se non si prosegue
su larga scala la campagna vaccinale, non so proprio come ne usciremo,
soprattutto non saprei quando potrebbe finire quest’incubo che sta incombendo
sulle nostre vite.
Alle superiori la didattica a distanza sta
procedendo relativamente bene, se escludiamo i quotidiani problemi di
connessione, di audio o di webcamera, ma preoccupa molto la dispersione di un certo numero di alunni in
ogni istituto. Si calcola approssimativamente che almeno due o
tre ragazzi per classe hanno smesso di
frequentare le lezioni a causa dell’obbligata condivisione di un unico computer
con più membri della famiglia, fratelli
o genitori oppure per la mancanza di uno
spazio adeguato, ossia una cameretta personale in cui non ci siano altre
persone. A chiedere poi ai ragazzi se la didattica a distanza fornisce
un’adeguata preparazione, la risposta è per lo più negativa, soprattutto per la
difficoltà di concentrazione nel seguire le lezioni online e per la stanchezza
dovuta alle eccessive ore davanti al computer. Intanto, in questo momento non
c’è alternativa, la salute e la sicurezza vengono prima di tutto, e la DAD consente
quantomeno di mantenere il contatto coi ragazzi e di svolgere i regolari
programmi, almeno formalmente.
Il nuovo ministro, Patrizio Bianchi, in
qualche intervista rilasciata nei giorni scorsi ha fatto intendere che la
scuola dovrà ripartire in presenza quanto prima ed ha dichiarato che al
ministero si sta lavorando per investire risorse in questa fase. La prima operazione è
chiaramente la vaccinazione di tutto il personale della scuola, per il dopo si
prevedono “ristori” formativi per sopperire alle povertà educative accumulate
in tanti mesi di scuola surrettizia. Probabilmente l’anno scolastico si chiuderà
più tardi, non prima del 30 giugno, ad esclusione degli studenti che dovranno
fare gli esami di terza media e di
quinta superiore. Guardando oltre l’emergenza l’unica novità per il momento è
che la DAD non sarà più un ripiego ma
piuttosto sarà considerata come arricchimento ed integrazione per costruire una
nuova scuola. Non si parla ancora di innovazioni nei contenuti delle discipline
né di stravolgimenti sistemici e strutturali. Intanto, chi ripaga i ragazzi del lungo isolamento, della mancanza di
contatto fisico, della socialità per loro così fondamentale? Passano
da oltre un anno tutto il loro tempo davanti ad un computer, non hanno più la gioia di uscire nel mondo reale
accettando le sfide della vita quotidiana, non curano più la propria persona,
limitano le loro attività di relazioni fisiche, non praticano sport. Usciranno
da questa esperienza con una frattura insanabile nella loro identità sociale.
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