mercoledì 19 maggio 2021
venerdì 5 marzo 2021
DAD o non DAD, la scuola ha perso.
Per la forte incidenza della variante
inglese Covid e per l’aumento esponenziale
dei contagi (in Campania si contano
duemilacinquecento casi al giorno), chiudono le scuole di ogni ordine e
grado in quasi tutta l’Italia. Per la Campania è prevista zona rossa dalla settimana
prossima e di conseguenza la chiusura delle scuole d’infanzia, elementari,
medie e superiori, con grande disagio
delle famiglie. Penso a quei genitori che dovendo lavorare o in smart working o
fuori casa sono nella complicata
situazione di dover badare ai bambini e lavorare nello stesso tempo. Il
problema scuola sta ricadendo in modo
pesante sulla fascia di età compresa fra i tre e i tredici anni, ossia scuola
d’infanzia e medie. Non riesco infatti ad immaginare come i bambini possano
rimanere dietro un monitor per gran parte della mattinata, senza essere seguiti
da una persona accanto che li guidi e li porti per mano verso l’acquisizione della pratica della
scrittura e della lettura. E’ una situazione veramente difficile per tutti
quella che stiamo vivendo e, se non si prosegue
su larga scala la campagna vaccinale, non so proprio come ne usciremo,
soprattutto non saprei quando potrebbe finire quest’incubo che sta incombendo
sulle nostre vite.
Alle superiori la didattica a distanza sta
procedendo relativamente bene, se escludiamo i quotidiani problemi di
connessione, di audio o di webcamera, ma preoccupa molto la dispersione di un certo numero di alunni in
ogni istituto. Si calcola approssimativamente che almeno due o
tre ragazzi per classe hanno smesso di
frequentare le lezioni a causa dell’obbligata condivisione di un unico computer
con più membri della famiglia, fratelli
o genitori oppure per la mancanza di uno
spazio adeguato, ossia una cameretta personale in cui non ci siano altre
persone. A chiedere poi ai ragazzi se la didattica a distanza fornisce
un’adeguata preparazione, la risposta è per lo più negativa, soprattutto per la
difficoltà di concentrazione nel seguire le lezioni online e per la stanchezza
dovuta alle eccessive ore davanti al computer. Intanto, in questo momento non
c’è alternativa, la salute e la sicurezza vengono prima di tutto, e la DAD consente
quantomeno di mantenere il contatto coi ragazzi e di svolgere i regolari
programmi, almeno formalmente.
Il nuovo ministro, Patrizio Bianchi, in
qualche intervista rilasciata nei giorni scorsi ha fatto intendere che la
scuola dovrà ripartire in presenza quanto prima ed ha dichiarato che al
ministero si sta lavorando per investire risorse in questa fase. La prima operazione è
chiaramente la vaccinazione di tutto il personale della scuola, per il dopo si
prevedono “ristori” formativi per sopperire alle povertà educative accumulate
in tanti mesi di scuola surrettizia. Probabilmente l’anno scolastico si chiuderà
più tardi, non prima del 30 giugno, ad esclusione degli studenti che dovranno
fare gli esami di terza media e di
quinta superiore. Guardando oltre l’emergenza l’unica novità per il momento è
che la DAD non sarà più un ripiego ma
piuttosto sarà considerata come arricchimento ed integrazione per costruire una
nuova scuola. Non si parla ancora di innovazioni nei contenuti delle discipline
né di stravolgimenti sistemici e strutturali. Intanto, chi ripaga i ragazzi del lungo isolamento, della mancanza di
contatto fisico, della socialità per loro così fondamentale? Passano
da oltre un anno tutto il loro tempo davanti ad un computer, non hanno più la gioia di uscire nel mondo reale
accettando le sfide della vita quotidiana, non curano più la propria persona,
limitano le loro attività di relazioni fisiche, non praticano sport. Usciranno
da questa esperienza con una frattura insanabile nella loro identità sociale.
domenica 31 gennaio 2021
Quelli che vanno via
Che pena venire a sapere della morte di un giovane del nostro paese, della nostra Irpinia, che era andato al Nord per un lavoro provvisorio che qui non avrebbe trovato! Che pena, che il giovane sia Domenico Carraro, sensibile e raffinato poeta, schivo, dolce e pieno di sogni e di progetti! Quanti come lui, strappati a questa terra ingrata, ai loro cari, agli amici dovranno ancora emigrare dai nostri paesi in cerca di lavoro?Chi va via paga sempre il prezzo più alto, accettando anche di fare un lavoro molto al di sotto delle proprie aspettative e dei propri meriti . Domenico era laureato in lettere e Filosofia ed aveva accettato di lavorare come collaboratore scolastico in una scuola. Ha trovato la morte lontano da casa, in Val Camonica, per un'assurda fatalità. Se non fosse partito, se fosse rimasto qui, se avesse trovato qui un lavoro, sarebbe vivo, come si fa a non pensarci?
Quelli che partono sono quelli che non cedono la propria dignità a chi in queste zone promette posti di lavoro solo nelle campagne elettorali e poi non mantiene le promesse, perché lavoro non ce n'è, o meglio quel poco che c'è viene dato in cambio di pacchetti di voto.
Qui siamo ancora invischiati in quell'informe garbuglio in cui la politica controlla tutto, ogni assunzione, ogni progetto a termine, ogni posto in ospedale, ogni appalto, e chi è dentro il sistema è dentro, chi è fuori è fuori.
domenica 24 gennaio 2021
FRA DAD e DID NON CI RESTA SCELTA
L'anno scolastico 2020-2021 sarà ricordato negli annali della storia della pubblica istruzione in Italia. Nel nostro paese la pandemia ha già fatto registrare il più elevato numero di morti rispetto all'Europa e le cause le conosciamo tutti, dopo i tagli drastici che sulla sanità si sono abbattuti negli ultimi decenni.
La stessa situazione si registra anche nella scuola, attualmente in una situazione di caos organizzativo senza precedenti, che va ad aggiungersi ai pregressi problemi strutturali e di sistema determinati anch'essi da anni di abbandono e di degrado, anche educativo. I provvedimenti messi in atto finora dal governo per mantenere le scuole aperte e in piena efficienza si sono rivelati inadeguati, se pensiamo che dal mese di marzo 2019 ad oggi non è cambiato nulla in termini di miglioramento dei mezzi di trasporto, che richiedeva l'aggiunta di qualche autobus in fasce orarie differenziate sia per l'andata sia per il rientro a casa dei ragazzi. Sembra oggi che finalmente l'Air Mobilità abbia attuato il piano di trasporti , che dovrebbe partire entro il prossimo 1 febbraio 2021. Si prevede un aumento dei mezzi su strada e del numero delle corse. Si legge che saranno 36 i bus in più previsti dall'azienda dei trasporti con un aumento complessivo di 92 corse complessive in entrata e in uscita. Staremo a vedere se nei trasporti sarà stata colta l'opportunità di rivoluzionare il sistema in provincia di Avellino, che fino a ora era da Terzo o Quarto mondo. Dunque, si torna a scuola il 1 febbraio dopo tre mesi di DAD. Nella mia scuola avremo didattica in presenza per 12-13 alunni e il rimanente della classe seguirà da casa, si andrà dunque in regime DID (Didattica integrata digitale) e che Dio ce la mandi buona!
Rimane il problema che se per caso dovesse risultare positivo al Covid un alunno, un professore o un qualsiasi altro operatore della scuola, si ritornerà di corsa in DAD. E allora, scuola chiusa, disinfezione degli ambienti, e daccapo! Ma dico io, non si poteva partire da uno screaning per tutto il personale scolastico e per tutti gli alunni prima di farci ritornare in classe? Non si potrebbe modificare l'orario settimanale riducendo ad esempio a tre ore in presenza più due in remoto nel pomeriggio? Si eviterebbe l'uso prolungato delle mascherine, perché, si sa, in 5 ore di scuola i ragazzi, ma anche gli adulti sono tentati di togliersela per respirare un po', per poter mangiare uno snack oppure prendersi un caffè. Ma perché deve essere tutto così maledettamente complicato? Si dia piena autonomia alle scuole, almeno in questa emergenza! Le situazioni logistiche, ambientali sono molto diverse, da scuola a scuola. Per quanto mi riguarda, l'uso della DAD ha costituito un'esperienza unica e irripetibile che ha sostituito egregiamente l'insegnamento in presenza, anzi posso dire con certezza che sono riuscita a connettermi emotivamente con i ragazzi trasmettendo loro tranquillità e fiducia, almeno credo.
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