Eccoci dunque arrivati, ob torto collo, alla scuola 2.0, alla tecnologia che consente l'interazione virtuale fra alunni e docenti!
La circostanza di estremo pericolo per il contagio diffuso dal coronavirus ci obbliga a fare i conti su ciò che sappiamo veramente fare con la tecnologia avanzata nella scuola. In questi giorni noi insegnanti siamo in preda ad un parossismo senza precedenti. Ognuno si cimenta a modo suo nell'utilizzo di canali comunicativi da Whats app a Google a piattaforme di vario tipo. E' una corsa forsennata a dimostrare quello che si sa fare, a creare effetti speciali con video, immagini, files inviati in tanti modi agli alunni che incuriositi ed eccitati rispondono con entusiasmo alla novità. Ecco, si è alla fine avverato ciò che si paventava da tempo e cioè che si sarebbe arrivati alla scuola tecnologica. Dico subito che sono contraria all'uso del computer per l'insegnamento; ho sempre sostenuto che esso non è una panacea che risolve democraticamente tutti i problemi della scuola e che è invece esattamente il contrario.
Per me è patetico il tentativo di rincorrere il nuovo a tutti i costi, lo dico ovviamente prescindendo dalla situazione che stiamo vivendo, perché ora è utile a tutti ricorrere alla tecnologia, ma intravedo proprio in questa situazione scenari futuri. Ci apprestiamo a seppellire definitivamente la scuola di una tradizione millenaria, che dava l'educazione critica e discorsiva attraverso la parola e il libro, quell'educazione che abituava ad approcciarsi gradualmente alla realtà.
Il pantano del consumismo, del tutto facile e subito rischia di risucchiare la scuola mandando in soffitta tutti i valori di una sana educazione. La scuola si adegua al mondo che va in rovina, rincorre modelli alieni alla su funzione, si adopera in mille progetti che nulla o poco hanno a che fare con la crescita culturale autentica dei ragazzi. Io non rifiuto la tecnologia, ne riconosco la straordinaria utilità, ma non credo che favorisca un autentico processo di apprendimento in quanto lo accelera con un'overdose di informazioni senza conoscenze. L'insegnamento è una cosa complessa in cui l'elemento emozionale gioca un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento. E ciò vuole dire che un'ora di lezione fatta da un insegnante che sia un maestro di vita può determinare in un ragazzo una futura scelta di vita.
Dunque, ben venga la tecnologia a darci una mano in questo difficile momento che l'Italia intera sta vivendo, ma non dimentichiamoci che la scuola sta vivendo comunque la più grave crisi che la storia ricordi, che la società sta affondando in un degrado educativo e culturale senza precedenti.
Per questi motivi ci aspettiamo che il governo colga questa occasione per rimettere la scuola al centro della politica, dopo tanto scempio che di essa s'è fatto.