Il giorno di Natale mi trovavo a Pozzallo (Ragusa) insieme alla mia famiglia, i miei due figli e mio marito.
Non sapevo che la notte precedente, mentre noi eravamo a cena aspettando la mezzanotte davanti ad una tavola imbandita con ogni bendidio e nella gioia di aspettare il Bambin Gesù coi nipotini festosi ed eccitati, proprio in quelle ore, forse proprio a mezzanotte, un bambino veniva salvato dal mare insieme ad altre 31 persone. Erano 32 migranti di nazionalità libica che si trovavano sulla nave Alan Kurdi della ong Sea Eye, respinti da Malta la notte di Natale ed accolti nell'unico porto sicuro di Pozzallo. Io ero lì il giorno di Natale, a zonzo sul lungomare di questa cittadina che d'estate accoglie turisti oziosi e ben paganti giunti da ogni parte per godere di questo splendido mare. Qui la gente è cordiale e molto accogliente, ma il dramma dei migranti in mare è lontano, nella zona del porto, dove gli sbarchi si fanno senza troppo rumore e senza turbare più di tanto la comunità. Sapere che la notte di Natale un bambino è tornato alla vita da morte sicura mi dà un po' di speranza, posso ancora credere che Gesù è nato per redimere il mondo.
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