Quanto abbiamo perso nel giro di appena qualche ventennio!
Mi soffermo a leggere le numerose locandine che annunciano eventi, sagre, feste e festoni nei vari paesi, il palinsesto dell'estate, e non posso non pensare che ormai i paesi fanno a gara a chi le spara più grosse, a chi spende di più per questi pubblici eventi che servono solo a ricreare scenari di condivisione e di socialità che non esistono più. Le feste di paese sono diventate lo specchio del nostro modo di vivere: strade affollate di persone sconosciute, volti estranei che ti passano accanto, falsi saluti cerimoniosi di quelli che ti conoscono, uno sfilare di ragazze seminude e di bambini tenuti a guinzaglio come animali domestici. Uno sfavillio di colori, di luci e fastidiosi rumori con tanto di musica di fondo che alla lunga stancano i sensi e la mente. Cosa rimane di tutto questo baccano? Per me soltanto un senso di sazietà, di saturazione che procurano un gran mal di testa. Quanto sarebbe meglio invece investire su un luogo che ritorni ad essere familiare per tutti, dove ci si conosce tutti, dove ci si informa delle cose del mondo parlando con l'amica che esce ogni giorno a fare la spesa! Quanto mi manca il contatto con la natura, la vita all'aria aperta!...
Come possiamo realizzare un qualcosa che rallenti il ritmo frenetico delle nostre giornate, che lo armonizzi con i nostri bisogni? Secondo me questo potrebbe essere il futuro dei nostri piccoli paesi! Non abbandonarli ad un destino di morte perché non reggono il confronto con la vita delle grandi città, non dobbiamo confrontarci con le realtà che non ci appartengono; dobbiamo invece recuperare la nostra dimensione e costruire su questa la nostra forza! Immagino un luogo dove i bambini giocano per le vie, le persone si salutano calorosamente, un luogo dove la condivisione con gli altri sia fatta di ascolto, di parole, di tempo non frettoloso, di silenzio partecipato! Che bel sogno è il mio!...
Il rumore delle auto in corsa sulla strada sotto casa mi riporta ad un brusco risveglio. Fa caldo, siamo tutti chiusi in casa con i climatizzatori accesi, aspettiamo che si rinfreschi un po' l'aria per una solitaria passeggiata, in mezzo al traffico di un paese che d'estate si mostra in tutto il suo squallore.
Come possiamo realizzare un qualcosa che rallenti il ritmo frenetico delle nostre giornate, che lo armonizzi con i nostri bisogni? Secondo me questo potrebbe essere il futuro dei nostri piccoli paesi! Non abbandonarli ad un destino di morte perché non reggono il confronto con la vita delle grandi città, non dobbiamo confrontarci con le realtà che non ci appartengono; dobbiamo invece recuperare la nostra dimensione e costruire su questa la nostra forza! Immagino un luogo dove i bambini giocano per le vie, le persone si salutano calorosamente, un luogo dove la condivisione con gli altri sia fatta di ascolto, di parole, di tempo non frettoloso, di silenzio partecipato! Che bel sogno è il mio!...
Il rumore delle auto in corsa sulla strada sotto casa mi riporta ad un brusco risveglio. Fa caldo, siamo tutti chiusi in casa con i climatizzatori accesi, aspettiamo che si rinfreschi un po' l'aria per una solitaria passeggiata, in mezzo al traffico di un paese che d'estate si mostra in tutto il suo squallore.
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