Tre Donne uccise in 24 ore.
Tanti dibattiti tante discussioni (ormai rituali nelle tragiche circostanze) sul tema del femminicidio si rivelano pressocché inutili.
La questione è invece complessa e riguarda sostanzialmente il DNA culturale dell'uomo. A monte c'è il tema della disparità tra i sessi checché se ne dica sulla raggiunta emancipazione femminile, disparità che se superata nello spirito delle leggi permane tuttavia come sostrato culturale nella mente di tutti gli uomini, di tutte le classi sociali ed anche delle nuove generazioni.
Con il processo di emancipazione femminile, intrapreso dalle donne settant'anni or sono, mediante cui esse hanno conquistato gradualmente autonomia e libertà personale, non si è avuto parallelamente un analogo processo di emancipazione maschile dai vecchi pregiudizi e stereotipi sulla donna; soprattutto, gli uomini non riescono a liberarsi dall'idea del possesso esclusivo della donna, considerata alla stregua di un bene patrimoniale. L'uomo è rimasto, da questo punto di vista, quello dell'età della pietra. Egli non ha sentito il bisogno di emanciparsi a sua volta dalle idee retrive ed ataviche sulla donna, perciò, paradossalmente i due sessi hanno un percorso di civilizzazione e di crescita profondamente differenziato. Allora, in una società complessa come la nostra, come possiamo pretendere di accogliere e di accettare l'altro, diverso da noi, quale per esempio un migrante africano o la persona disabile, se non abbiamo ancora eliminato del tutto la guerra feroce tra uomini e donne?
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