Ciò che è avvenuto a Parigi venerdì 13 novembre 2015, una vera e
propria operazione militare di quelle che non si erano viste nell’Europa
occidentale dai tempi della seconda guerra mondiale, va esaminato non
solo sotto il profilo della politica internazionale, militare e della
sicurezza, ma anche del significato che occorre attribuirle dal punto di
vista culturale e della ricaduta che potrebbe avere in contesti come
quello dei sistemi educativi europei, sempre più multietnici e
multiculturali.
Perché un conto è ritenere che ci si trovi di fronte a un’azione che,
per quanto sanguinosa e condotta in modo organizzato, resta su un
terreno politico-militare, che si tratti insomma di un episodio di
terrorismo, reso ancora più barbaro dal fatto di aver fatto vittime
assolutamente incolpevoli.
Altro è, e su questo va fatta un’approfondita riflessione, giungere
alla conclusione che la strage di Parigi restituisca attualità e
attendibilità alla teoria dello ‘scontro di civiltà’, proposta tra molte
polemiche negli anni novanta dello scorso secolo da Samuel Huntington,
secondo il quale, a seguito della crescita economica e demografica di
altre civiltà, come quella islamica (o quella cinese, indiana ecc.), il
modello di civiltà occidentale, fondato su pluralismo, tolleranza e
libertà individuale, sarebbe destinato a entrare in conflitto con altri,
come quello islamico, ove prevalgono tendenze integraliste, assolutiste
e teocratiche.
Bisogna capire se è questo che sta avvenendo, e se davvero il mondo
occidentale deve rassegnarsi ad abbandonare il progetto (che ha radici
giudaico-cristiane e percorre tutta la cultura euro-americana, da Kant a
Dewey) di una universalizzazione dei diritti e dei valori della sua
tradizione politica, filosofica e anche pedagogica, centrata
sull’incommensurabile importanza, dignità e valore della persona e della
sua vita: quella vita, a partire dalla propria, che i kamikaze islamici
di Parigi hanno mostrato di non tenere in alcun conto.
Noi ci auguriamo che quanto accaduto a Parigi non induca il mondo
occidentale ad arroccarsi e a rinunciare al dialogo con altre culture,
che è l’unica strada che può portare a recidere le radici del fanatismo e
dell’ideologia della ‘bella morte’.
[ Da Tuttoscuola.com]
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