mercoledì 17 settembre 2014

INVETTIVA SOTTO UNA TOMBA ETRUSCA



 Adesso parleranno tutti uguale,
 tutti la stessa lingua che ci ha tolto la nostra.
 Hanno cacciato l’alfabeto tra i campi
 Braccandolo come un fuggiasco, come un ladro, l’alfabeto dei padri.
 Nessuno ci capirà,
e nemmeno tra noi Impiegheremo più le vecchie parole,
 corrose, diroccate mura delle nostre fortezze.
 Ci hanno lasciato soltanto Le tombe, estremo ridosso.
 Perciò parlo da qui,
 voce reclusa nel buio tra forme colorate,
ma immobili per sempre come l’ultimo alito della nostra pronuncia.
  Valerio Magrelli