giovedì 19 giugno 2014

IL DONO

...Oggi non c'è più posto per il dono ma solo per il mercato, lo scambio utilitaristico, addirittura possiamo dire che il dono è solo un modo per simulare gratuità e disinteresse là dove regna invece la legge del tornaconto. In un'epoca di abbondanza e di opulenza si può addirittura praticare l'atto del dono per comprare l'altro, per neutralizzarlo e togliergli la piena libertà. Si può perfino usare il dono- pensate agli aiuti umanitari- per nascondere il male operante in una realtà che è la guerra. [...] M c'è pure una forte banalizzazione del dono che viene depotenziato e stravolto anche se lo si chiama " carità": oggi si "dona" con un sms una briciola a quelli che i mass media ci indicano come soggetti- lontani!- per i quali vale la pena provare emozioni... Dei rischi e delle possibili perversioni del dono siamo avvertiti: il dono può essere rifiutato con atteggiamenti di violenza o nell'indifferenza distratta; il dono può essere ricevuto senza destare gratitudine; il dono può essere sperperato. Ma il dono può essere pervertito, può diventare uno strumento di pressione che incide sul destinatario, può trasformarsi in strumento di controllo... Situazione dunque disperata la nostra, oggi? No!
Donare è un'arte che è stata sempre difficile: l'essere umano ne è capace perchè è capace di rapporto con l'altro, ma resta vero che questo donare se stessi- perché di questo si tratta- richiede una convinzione profonda nei confronti dell'altro.
[ Enzo Bianchi, Dono. Senza reciprocità]


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