sabato 28 gennaio 2012

pensando alla scuola...

Una scuola che rinuncia a giudicare, che opta per una indistinta tolleranza, rischia di favorire alternative elitarie, che premiano più il censo del merito. Stamane il preside si è affacciato sulla porta della mia classe dicendomi: "professoressa, questi alunni sono proprio degli incolti, bisognerebbe insegnare loro l'abc!" Bella scoperta! Ho detto e ripetuto, non so più quante volte, che nella scuola talvolta si creano situazioni sconcertanti. Alcune classi vengono formate in un modo assolutamente sbagliato, creando un ambiente troppo omogeneo per provenienza sociale e culturale.Si sa che un buon ambiente può supplire alle manchevolezze nell'educazione della famiglia. Un ambiente vario fatto di compagni più bravi, di diversa provenienza sociale e culturale è molto più formativo di un ambiente omogeneo Nella classe in questione, che io ho preso in terza, all'inizio del triennio, i ragazzi sono per lo più accomunati dalle medesime difficoltà, soprattutto di natura linguistico-espressiva. Trattasi di ragazzi che provengono da ambienti culturali alquanto modesti, in cui l'educazione data dalle famiglie cozza con l'ambiente della strada, del quartiere o della contrada dove abitualmente trascorrono gran parte del loro tempo. Molti di questi si esprimono in dialetto e non leggono quasi nulla, a parte il Corriere dello sport, se lo leggono. Io non vorrei improvvisarmi Don Milani, ma si sa che i cosiddetti privilegiati hanno avuto un'educazione solida e, per quanto riguarda la scuola, i bravi spesso sono stati supportati nelle varie discipline sin dalle elementari. Alcuni ragazzi di questa classe non sanno leggere bene né comprendere ciò che leggono, per povertà di lessico, altri commettono errori di ortografia quando scrivono e altri non riescono a esprimere compiutamente un loro pensiero. Mi si dirà: Che ci fanno in un liceo scientifico siffatti alunni? La risposta è semplice, o forse semplicistica: molti hanno uno spiccato intuito matematico e riescono senza troppi sforzi nella matematica, nella fisica e nelle scienze in genere, dunque, anche se non hanno un bagaglio culturale adeguato, la scuola, per effetto di una miscela di paternalismo, buonismo, ipocrita egualitarismo, li promuove, soprattutto perché l'insegnamento disciplinare è sempre più svalutato e depurato da difficoltà concettuali. Questa è la scuola dei nostri tempi, e chi si scandalizza di certi risultati è secondo me un ipocrita conformista che è convinto che i risultati positivi siano l'effetto di un valido insegnamento e non anche dei tanti fattori che fuori della scuola influiscono sul percorso dei singoli alunni.

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