lunedì 3 ottobre 2011

IRISBUS: l'annuncio della fine

La vicenda Irisbus prende avvio l'8 luglio 2011 mediante il comunicato emesso dalla società IRISBUS ITALIA SpA con quanto segue:

IRISBUS ITALIA SpA con sede legale in Torino ha intenzione di trasferire alla ITALA S.p.A con sede legale in Macchia d'Isernia (IS), il ramo d'azienda costituito dallo Stabilimento di Valle Ufita, sito in FLumeri (AV), nel contempo ITALA S.p.A ha intenzione di ricevere il suddetto ramo d'azienda.

La produzione dello Stabilimento di Valle Ufita è destinata principalmente al mercato italiano degli autobus urbani e, in misura minore, alla produzione di granturismo, con l'acquisizione di commesse attraverso la partecipazione di gare d'appalto di forniture indette dalle Aziende di Trasporto pubblico. Il mercato degli autobusin Italia continua ad essere pesantemente colpito da una grave crisi che ha visto drasticamente ridursi le immatricolazioni nel corso degli ultimi anni, passando da 1444 unità del 2006 alle 113 del 2010 e alle 291 assegnate nell'anno in corso.
Nello stesso periodo la produzione complessiva dello stabilimento di Valle Ufita è scesa da 717 unità nel 2006, a 472 nel 2010 e consuntiva, nei primi sei mesi dell'anno in corso, 145 autobus. Le previsioni per il medio periodo continuano ad evidenziare l'attuale trend di forte contrazione della domanda e, al momento, non è pertanto ipotizzabile una ripresa con valori produttivi che consentano la giustificazione, da un punto di vista industriale, del sito produttivo.

Torino, 14 set - Irisbus chiude lo stabilimento di Valle Ufita. La societa’ dell’Iveco che opera nel settore della produzione e commercializzazione degli autobus urbani, extraurbani e turistici, prende atto della rinuncia, comunicata ieri, del Gruppo DR all’acquisizione dello stabilimento di Valle Ufita. “Di fronte all’impossibilita’ di portare a termine l’unica soluzione individuata, che consentiva l’avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale ed industriale per assicurare continuita’ al sito - e’ scritto in una nota -, l’azienda sarà costretta, suo malgrado, ad avviare le procedure consentite dalla legge per cessare le attivita’ dello stabilimento”.
“Irisbus Italia, e’ scritto ancora - si rammarica del fatto che le strumentalizzazioni sviluppatesi su questa vicenda non abbiano nemmeno consentito la verifica della nuova soluzione industriale delineata, che avrebbe garantito prospettive di occupazione e di reddito”. La Dr dell’imprenditore De Risio ha infatti comunicato la rinuncia a seguito del “perdurare del clima di tensione emerso nelle ultime settimane” nello stabilimento. I sindacati non ritengono Dr in grado di gestire lo stabilimento anche alla luce dell’impegno che lo attende a Termini Imerese dove dovra’ rilevare una parte dell’area industriale dismessa da Fiat. Ieri, alcune decine di lavoratori sono rimasti in fabbrica per un presidio interno, mentre i sindacati chiedono che la vicenda venga risolta dal governo, dai ministero dello sviluppo economico e dallo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. La rinuncia di Di Risio, peraltro, e’ stata accolta positivamente dai sindacati e in particolare dal leader della Uilm Rocco Palombella che l’ha definita una “assunzione di reponsabilita” e ora chiede un confronto con il Lingotto. Discussione che pero’ l’azienda ritiene ormai inutile. “Come e’ noto - prosegue il comunicato di Irisbus - la societa’ ha subito molto duramente gli effetti della grave crisi che ha colpito il mercato degli autobus urbani in Italia, le cui immatricolazioni si sono drammaticamente ridotte. Cio’ ha determinato una progressiva e costante contrazione dei volumi produttivi dello stabilimento, che sono passati dai 717 veicoli del 2006 ai soli 145 autobus, di cui meno di 100 urbani, dei primi sei mesi del 2011. Due mesi di approfondimenti ed incontri, anche mediante l’istituzione di tavoli tecnici ad hoc - conclude la societa’ - hanno confermato che la situazione attuale delle gare e le previsioni per il medio periodo continuano ad evidenziare un trend di forte contrazione della domanda, peraltro fortemente condizionata, nell’attuale congiuntura, dalla scarsita’ di fondi pubblici, che non consente di mantenere un’offerta competitiva e di proseguire l’attivita’ industriale dello stabilimento di Valle Ufita”.
20-set.-Manifestazione dei dipendenti a Roma
21 set.- Fiat accetta di prorogare l'attività fino al 31-12-2011.

Nessun commento:

Posta un commento

Puoi lasciare un commento