Quest'anno ho da scrutinare una prima liceo scientifico (Opzione Scienze Applicate) e due quarte liceo scientifico ordinario (con il latino, per intenderci). Nel nuovo indirizzo, nella prima classe, ho insegnato italiano : quattro ore settimanali per nove mesi ( escludendo le domeniche, gli altri giorni festivi, gli scioperi, le altre attività svoltesi a scuola e fuori, molto meno) in cui ho fatto ortografia, analisi grammaticale e analisi logica, epica, un po' di grammatica testuale (testo descrittivo, narrativo, recensione, lettera), tante letture dall'antologia. Cosa hanno imparato i ragazzi? Alcuni molto, altri pochissimo, altri ancora addirittura nulla. Torno alla Mastrocola, e al conforto che mi procura la lettura del suo libro. Insegnare ai ragazzi del biennio è, lei dice, come se ci consegnassero un sacchetto di semi e ci chiedessero di potare i rami. Come sarebbe? I semi non sono ancora alberi, nessuno li ha piantati, come potremmo noi potarli? Intanto è proprio questo che facciamo noi insegnanti nel biennio. Ci arrivano ragazzi di quattordici anni che hanno trascorso otto anni della loro vita a scuola acquisendo abitudini sbagliate, che noi dobbiamo estirpare. Come diavolo possiamo insegnare a ragazzi che hanno quattordici anni cose tipo la calligrafia, l'ortografia e la grammatica, che dovevano imparare da bambini? Anche volendo, non ce la faremo. Son cose che richiedono un tempo lunghissimo, devono sedimentare e maturare dentro. A quattordici anni ormai è fatta, ognuno si tiene gli errori che fa...
Mi conforta sapere che qualcuno finalmente dica le cose come stanno! Si attenua il mio senso di colpa e quasi di vergogna per quei ragazzi che in quarta liceo scientifico mi scrivono egli fù oppure se io avrei. Io non ho colpa!!
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