"Una delle sfide della nostra epoca è la coesistenza mondiale. Aprire uno spazio all'altro, a un mondo differente dal nostro, all'interno della nostra propria tradizione è il primo, e il più difficile, gesto multiculturale. Incontrare lo straniero fuori dalle nostre frontiere è relativamente facile, e soddisfa anche le nostre aspirazioni, finché possiamo rientrare da noi e appropriarci fra noi ciò che abbiamo scoperto. Essere costretti a restringere e modificare questo "da noi", il nostro modo di essere "a casa", è molto più difficile, soprattutto senza che ciò provochi un'infedeltà a noi stessi. [...] Finché l'altro non sarà riconosciuto e rispettato come ponte fra natura e cultura, com'è, prima, il caso per l'altro genere, ogni tentativo di mondializzazione democratica resterà un imperativo morale senza realizzazione concreta. Finché l'universale non sarà considerato essere due, e l'umanità un luogo di coesistenza culturalmente feconda fra due generi irriducibilmente differenti, sempre una cultura vorrà imporre il suo colore ed i suoi valori all'altro, anche mediante la sua morale e la sua religione."
Luce Irigaray, Condividere il mondo, Bollati Boringhieri, Torino 2009