sabato 16 agosto 2014
venerdì 15 agosto 2014
mercoledì 6 agosto 2014
L'equivoco del meridionalismo
La teoria di Francesco Saverio Nitti sullo stato del Meridione
" ... Piuttosto che durare nell'equivoco, è bene dire la verità intera, denunziare i fatti così come sono: aprire gli occhi a chi non vuol vedere , gridare la verità in tutte le forme. Per giustizia, però, bisogna riconoscere che la responsabilità di quanto è accaduto (la triste condizione del Mezzogiorno d'Italia) è soprattutto dei meridionali stessi.
I meridionali hanno spesso qualità dissociali o antisociali: poco spirito di unione e di solidarietà, tendenza a ingrandire le cose o addirittura a celarle, per amore di falsa grandezza; per poco spirito di verità. Molti vanno in rovina per essere tenuti ricchi, così anche chi vede la situazione reale quasi non desidera che la verità sia manifesta agli altri. Manca lo spirito del lavoro nelle classi medie; manca l'educazione industriale. Si sopporta che l'amministrazione e la politica siano nelle mani di persone indegne pur di averne piccoli vantaggi individuali. La prima condizione per lo sviluppo della ricchezza è una relativa sicurezza, e chi di noi è sicuro? Manca spesso la buona fede commerciale; manca più spesso ancora l'interesse di ogni cosa pubblica. Quanti fatti sono a provare questo stato d'inerzia e di indifferenza! Ma bisogna pur dire che in tutto ciò non vi è nulla di fatale,e il giorno in cui la diffusione della verità avrà determinato nei meridionali l'idea che la salute è solo in loro stessi, nel loro spirito di opposizione, nell'insofferenza dell'abuso, nel più grande spirito di solidarietà, quel giorno si sarà fatto un grande passo nella via della soluzione. La questione meridionale è una questione economica, ma è anche una questione di educazione e di morale; e lo spirito di opposizione all'abuso o al'invadenza governativa e lo sviluppo della morale pubblica gioveranno più di ogni cosa a far uscire il mezzogiorno da questo triste stato. L'Italia meridionale non deve chiedere nulla: deve solo formare la sua coscienza, perché reagisca alla continuazione di uno stato di cose che impoverisce e degrada. Deve, soprattutto, volere maggiore sicurezza di ordinamenti; maggiore rispetto della legge; deve più ancora preferire gli aumenti di spese per qualsiasi ragione, la diminuzione delle tasse più tormentose. Continuerà ancora l'equivoco presente? Continuerà fino a quando noi non vorremo vedere la verità così com'è; fino a quando noi attenderemo la nostra salvezza dagli altri e non da noi stessi."
" ... Piuttosto che durare nell'equivoco, è bene dire la verità intera, denunziare i fatti così come sono: aprire gli occhi a chi non vuol vedere , gridare la verità in tutte le forme. Per giustizia, però, bisogna riconoscere che la responsabilità di quanto è accaduto (la triste condizione del Mezzogiorno d'Italia) è soprattutto dei meridionali stessi.
I meridionali hanno spesso qualità dissociali o antisociali: poco spirito di unione e di solidarietà, tendenza a ingrandire le cose o addirittura a celarle, per amore di falsa grandezza; per poco spirito di verità. Molti vanno in rovina per essere tenuti ricchi, così anche chi vede la situazione reale quasi non desidera che la verità sia manifesta agli altri. Manca lo spirito del lavoro nelle classi medie; manca l'educazione industriale. Si sopporta che l'amministrazione e la politica siano nelle mani di persone indegne pur di averne piccoli vantaggi individuali. La prima condizione per lo sviluppo della ricchezza è una relativa sicurezza, e chi di noi è sicuro? Manca spesso la buona fede commerciale; manca più spesso ancora l'interesse di ogni cosa pubblica. Quanti fatti sono a provare questo stato d'inerzia e di indifferenza! Ma bisogna pur dire che in tutto ciò non vi è nulla di fatale,e il giorno in cui la diffusione della verità avrà determinato nei meridionali l'idea che la salute è solo in loro stessi, nel loro spirito di opposizione, nell'insofferenza dell'abuso, nel più grande spirito di solidarietà, quel giorno si sarà fatto un grande passo nella via della soluzione. La questione meridionale è una questione economica, ma è anche una questione di educazione e di morale; e lo spirito di opposizione all'abuso o al'invadenza governativa e lo sviluppo della morale pubblica gioveranno più di ogni cosa a far uscire il mezzogiorno da questo triste stato. L'Italia meridionale non deve chiedere nulla: deve solo formare la sua coscienza, perché reagisca alla continuazione di uno stato di cose che impoverisce e degrada. Deve, soprattutto, volere maggiore sicurezza di ordinamenti; maggiore rispetto della legge; deve più ancora preferire gli aumenti di spese per qualsiasi ragione, la diminuzione delle tasse più tormentose. Continuerà ancora l'equivoco presente? Continuerà fino a quando noi non vorremo vedere la verità così com'è; fino a quando noi attenderemo la nostra salvezza dagli altri e non da noi stessi."
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