Quando su ci si butta lei,
Si fa d'un triste colore di rosa
Il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s'ostina, è l'implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l'estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.
Giuseppe Ungaretti
Da (Sentimento del Tempo - La fine di Crono - 1931)
domenica 8 luglio 2012
lunedì 2 luglio 2012
A proposito del latino...
Circola in questi giorni d'esame una piccola querelle tutta interna alla scuola in cui lavoro e che riguarda il mancato inserimento del latino fra i quesiti della terza prova dell'esame di stato. Mi risulta abbastanza strano che solo ora ci si renda conto del fatto che l'insegnamento del latino occupa nel liceo scientifico un monte ore simile a quello della matematica e della fisica e che di conseguenza c'è un perfetto bilanciamento tra materie umanistiche e materie scientifiche. Sono anni che turandoci il naso facciamo finta che tutto va bene mentre niente ma proprio niente va per il verso giusto. Ce lo vogliamo dire finalmente come stanno veramente le cose, senza inibizioni e senza infingimenti?...
Miei cari colleghi, voi forse vi rifiutate di capire una cosa fondamentale, a proposito dell'insegnamento del latino nei licei, e cioè che questa materia è obbligatoria solo formalmente, mentre di fatto è snobbata e rifiutata dalla maggioranza degli studenti. Da noi, ma anche in tutte le altre scuole, da tempo esiste sul latino un' opzionalità clandestina per cui solo quelli che consapevolmente l'accettano (e sono pochissimi!) lo studiano, gli altri , disprezzandolo, lo mortificano con la loro ignoranza. L'insegnamento di questa nobile disciplina non può risolversi in nessun modo nello studio di declinazioni, verbi e costruzioni fini a se stessi, ma come strumenti di altro, per esempio per far conoscere il pensiero dei grandi che hanno costruito le basi della civiltà occidentale, per conoscere e capire le parole, le nostre e quelle degli altri, per sapere ascoltare e ascoltarsi, etc etc... finalità elevate, come si vede, che richiedono motivazione, sensibilità e consapevolezza, ma anche studio e competenze ad ampio raggio per essere conseguite! Il latino è difficile, non è per tutti, né si può pretendere di banalizzarlo con le fantasiose applicazioni multimediali, con i fumetti e i giochini che vorrebbero propinarci i pedagogisti più in voga. Il latino non è utile nella mentalità dei giovani d'oggi, perciò è tanto difficile apprenderlo e soprattutto insegnarlo, è come la poesia: quanti sono in grado di apprezzarla nella forma e nel contenuto? e poi a che serve la poesia? Miei cari, ho dimenticato di aggiungere, per finire, che non siamo noi di lettere a relegarci ad un ruolo di basso profilo e poco educativo.
La macchina ( riporto le testuali parole di un mio collega indignato) di furbizie, di sotterfugi, di meschinità, di opportunismi, e io direi anche di mascheramenti a coprire una profonda incultura è troppo gigantesca per i pochi che hanno fede nel nostro lavoro.
Miei cari colleghi, voi forse vi rifiutate di capire una cosa fondamentale, a proposito dell'insegnamento del latino nei licei, e cioè che questa materia è obbligatoria solo formalmente, mentre di fatto è snobbata e rifiutata dalla maggioranza degli studenti. Da noi, ma anche in tutte le altre scuole, da tempo esiste sul latino un' opzionalità clandestina per cui solo quelli che consapevolmente l'accettano (e sono pochissimi!) lo studiano, gli altri , disprezzandolo, lo mortificano con la loro ignoranza. L'insegnamento di questa nobile disciplina non può risolversi in nessun modo nello studio di declinazioni, verbi e costruzioni fini a se stessi, ma come strumenti di altro, per esempio per far conoscere il pensiero dei grandi che hanno costruito le basi della civiltà occidentale, per conoscere e capire le parole, le nostre e quelle degli altri, per sapere ascoltare e ascoltarsi, etc etc... finalità elevate, come si vede, che richiedono motivazione, sensibilità e consapevolezza, ma anche studio e competenze ad ampio raggio per essere conseguite! Il latino è difficile, non è per tutti, né si può pretendere di banalizzarlo con le fantasiose applicazioni multimediali, con i fumetti e i giochini che vorrebbero propinarci i pedagogisti più in voga. Il latino non è utile nella mentalità dei giovani d'oggi, perciò è tanto difficile apprenderlo e soprattutto insegnarlo, è come la poesia: quanti sono in grado di apprezzarla nella forma e nel contenuto? e poi a che serve la poesia? Miei cari, ho dimenticato di aggiungere, per finire, che non siamo noi di lettere a relegarci ad un ruolo di basso profilo e poco educativo.
La macchina ( riporto le testuali parole di un mio collega indignato) di furbizie, di sotterfugi, di meschinità, di opportunismi, e io direi anche di mascheramenti a coprire una profonda incultura è troppo gigantesca per i pochi che hanno fede nel nostro lavoro.
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