martedì 28 giugno 2011

Odio gli indifferenti

L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, il possibile bene che un atto eroico può generare non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che solo un ammutinamento potrà rovesciare.
[...] Odio gli indifferenti ed il loro piagnisteo di eterni innocenti. Domando conto a ognuno di essi del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Antonio Gramsci

venerdì 10 giugno 2011

Andando per borghi


In Alta Irpinia, sul confine appenninico tra Campania e Lucania, su una rupe che domina l'alta valle del fiume Ofanto, c'è un borgo in via di estinzione; sono rimasti solo 300 abitanti; scuole chiuse per mancanza di bambini, strada in frana per arrivarci; non c'è un giornalaio e nemmeno un fioraio.
Qualche anno fa, Franco Dragone ( http://www.dragone.be/ ), ideatore del Cirque du Soleil, nativo di Cairano, propose di organizzare, contribuendovi economicamente, un festival a cadenza annuale per rianimare il piccolo borgo.

Nel 2009, con Comunità Provvisoria, iniziò CAIRANO 7x ; quest'anno, a fine maggio, con l'evento 'microcosmi eccellenti' si è dato il via alla terza edizione. 7 fine settimana, uno al mese, fino a novembre 2011 per rianimare il piccolo borgo ma anche per rimettere in moto idee ed economia intorno ad un possibile turismo della cultura e del paesaggio.
Architettura, musica, scrittura, teatro, botanica e tante altri arti e mestieri si incontreranno a Cairano con l'obiettivo di riconciliare nuovi uomini con le terre in abbandono.

Ven. 24 Sab. 25 e Dom. 26 giugno un ampio gruppo di lavoro inizierà il Laboratorio di Immaginazione del BORGO GIARDINO / dall’orto rurale agli orti civici / dal giardino privato ai giardini comunitari / a sostegno di una nuova civiltà rurale . qui tutte le informazioni utili : http://www.cairano7x.it/2011/borgo-giardino/

Studenti delle università di Napoli, Delft, Vienna e Istanbul saranno ospitati gratuitamente a Cairano 7x nelle case del borgo messe a disposizione dagli abitanti, dalla cena di arrivo di venerdì 24 giugno alla colazione di domenica 26, partenza. Al laboratorio parteciperanno gli studenti delle scuole superiori intorno a Cairano (Calitri, Lioni, Sant'Angelo dei Lombardi, Montella).

Oltre a chiederti di portare le tue idee a Cairano7x ti preghiamo -in particolare- di comunicare la notizia agli studenti di architettura e agraria (e delle scuole superiori) che conosci, in modo che possano partecipare al laboratorio di immaginazione che terrà Donatella Mazzoleni intorno al tema del borgo giardino.


24-25 e 26 giugno BORGO GIARDINO a CAIRANO 7x 2011

domenica 5 giugno 2011

L'ovvietà dà la nausea

Sto finendo di leggere in questi giorni il bellissimo "saggio sulla libertà di non studiare"di Paola Mastrocola, il cui titolo è Togliamo il disturbo, per i tipi Guanda. Leggerlo a ridosso degli scrutini finali mi dà una sorta di conforto, mi rassicura, mi attenua lo stato di ansia per non dire di angoscia che mi prende ogni volta che devo tirare le fila della situazione didattica delle mie classi. Mi viene da dire: meno male che ho trovato qualcuno che la pensa come me, che soffre come me, che si tormenta come me per il destino della scuola! E non si piange addosso come se la fine del mondo dipendesse da lei! Ammiro molto Paola Mastrocola, per la sua capacità di scandagliare un problema andando fin nelle viscere, per poi risalire la china, più tenace che mai a non arrendersi nel trovare una soluzione. Io, invece, pur avendo tante cose da dire, sono rimasta per troppo tempo chiusa in un mutismo, in un'afasia quasi totale sui problemi della scuola, perché sembra ormai che tutto ciò che si dice, o meglio che si deve dire sulla scuola è di una ovvietà a dir poco nauseante. Si sente dire in giro, da un po' di tempo anche nella scuola ce lo diciamo continuamente, che i ragazzi sono ignoranti, non sanno leggere, non sanno scrivere, non sanno fare calcoli, ma non per questo ci preoccupiamo di andare in fondo alla questione per cercare delle soluzioni, e la scuola non per questo si esime dalla promozione assicurata a tutti, senza quasi distinzione.
Quest'anno ho da scrutinare una prima liceo scientifico (Opzione Scienze Applicate) e due quarte liceo scientifico ordinario (con il latino, per intenderci). Nel nuovo indirizzo, nella prima classe, ho insegnato italiano : quattro ore settimanali per nove mesi ( escludendo le domeniche, gli altri giorni festivi, gli scioperi, le altre attività svoltesi a scuola e fuori, molto meno) in cui ho fatto ortografia, analisi grammaticale e analisi logica, epica, un po' di grammatica testuale (testo descrittivo, narrativo, recensione, lettera), tante letture dall'antologia. Cosa hanno imparato i ragazzi? Alcuni molto, altri pochissimo, altri ancora addirittura nulla. Torno alla Mastrocola, e al conforto che mi procura la lettura del suo libro. Insegnare ai ragazzi del biennio è, lei dice, come se ci consegnassero un sacchetto di semi e ci chiedessero di potare i rami. Come sarebbe? I semi non sono ancora alberi, nessuno li ha piantati, come potremmo noi potarli? Intanto è proprio questo che facciamo noi insegnanti nel biennio. Ci arrivano ragazzi di quattordici anni che hanno trascorso otto anni della loro vita a scuola acquisendo abitudini sbagliate, che noi dobbiamo estirpare. Come diavolo possiamo insegnare a ragazzi che hanno quattordici anni cose tipo la calligrafia, l'ortografia e la grammatica, che dovevano imparare da bambini? Anche volendo, non ce la faremo. Son cose che richiedono un tempo lunghissimo, devono sedimentare e maturare dentro. A quattordici anni ormai è fatta, ognuno si tiene gli errori che fa...
Mi conforta sapere che qualcuno finalmente dica le cose come stanno! Si attenua il mio senso di colpa e quasi di vergogna per quei ragazzi che in quarta liceo scientifico mi scrivono egli fù oppure se io avrei. Io non ho colpa!!